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Acta Benedicti Pp. XVI 333
gli Apostoli parlano lingue diverse in modo che ciascuno comprenda il mes-
saggio nel proprio idioma. L'unità dello Spirito si manifesta nella pluralità
della comprensione. La Chiesa è per sua natura una e molteplice, destinata
com'è a vivere presso tutte le nazioni, tutti i popoli, e nei più diversi contesti
sociali. Essa risponde alla sua vocazione, di essere segno e strumento di unità
di tutto il genere umano,4 solo se rimane autonoma da ogni Stato e da ogni
cultura particolare. Sempre e in ogni luogo la Chiesa dev'essere veramente,
cattolica e universale, la casa di tutti in cui ciascuno si può ritrovare.
Il racconto degli Atti degli Apostoli ci offre anche un altro spunto molto
concreto. L'universalità della Chiesa viene espressa dall'elenco dei popoli,
secondo l'antica tradizione: « Siamo Parti, Medi, Elamiti... », eccetera. Si
può osservare qui che san Luca va oltre il numero 12, che già esprime sempre
un'universalità. Egli guarda oltre gli orizzonti dell'Asia e dell'Africa nord-
occidentale, e aggiunge altri tre elementi: i « Romani », cioè il mondo occiden-
tale; i « Giudei e prosèliti », comprendendo in modo nuovo l'unità tra Israele e
il mondo; e infine « Cretesi e Arabi », che rappresentano Occidente e Oriente,
isole e terra ferma. Questa apertura di orizzonti conferma ulteriormente la
novità di Cristo nella dimensione dello spazio umano, della storia delle genti:
lo Spirito Santo coinvolge uomini e popoli e, attraverso di essi, supera muri
e barriere.
A Pentecoste lo Spirito Santo si manifesta come fuoco. La sua fiamma è
discesa sui discepoli riuniti, si è accesa in essi e ha donato loro il nuovo ardore
di Dio. Si realizza cosı̀ ciò che aveva predetto il Signore Gesù: « Sono venuto a
gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! ».5 Gli Apostoli,
insieme ai fedeli delle diverse comunità, hanno portato questa fiamma divina
fino agli estremi confini della Terra; hanno aperto cosı̀ una strada per l'uma-
nità, una strada luminosa, e hanno collaborato con Dio che con il suo fuoco
vuole rinnovare la faccia della terra. Com'è diverso questo fuoco da quello
delle guerre e delle bombe! Com'è diverso l'incendio di Cristo, propagato dalla
Chiesa, rispetto a quelli accesi dai dittatori di ogni epoca, anche del secolo
scorso, che lasciano dietro di sé terra bruciata. Il fuoco di Dio, il fuoco dello
Spirito Santo, è quello del roveto che divampa senza bruciare.6 È una fiamma
che arde, ma non distrugge; che, anzi, divampando fa emergere la parte
4 Cfr. Lumen gentium, 1. 5 Lc 12, 49. 6 Cfr. Es 3, 2.