ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 353

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 Acta Benedicti Pp. XVI 355

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 Acta Benedicti Pp. XVI 357

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale358

 Acta Benedicti Pp. XVI 359

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 Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 361

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale362

 Congregatio pro Episcopis 363

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale364

 Diarium Romanae Curiae 365

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale366

 Diarium Romanae Curiae 367

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale368

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale360

degli eventi, degli incontri e delle esperienze che andava facendo, per cui ciò

che ha potuto realizzare è stato grazie anche all'incontro con i cinesi; un

incontro vissuto in molti modi, ma approfonditosi attraverso il rapporto

con alcuni amici e discepoli, specie i quattro celebri convertiti, « pilastri della

nascente Chiesa cinese ». Di questi il primo e più famoso è Xu Guangqi, nativo

di Shanghai, letterato e scienziato, matematico, astronomo, studioso di agri-

coltura, giunto ai più alti gradi della burocrazia imperiale, uomo integro, di

grande fede e vita cristiana, dedito al servizio del suo Paese, e che occupa un

posto di rilievo nella storia della cultura cinese. È lui, ad esempio, a convin-

cere e aiutare P. Ricci a tradurre in cinese gli « Elementi » di Euclide, opera

fondamentale della geometria, o ad ottenere che l'Imperatore affidasse agli

astronomi gesuiti la riforma del calendario cinese. Come è un altro degli

studiosi cinesi convertiti al Cristianesimo - Li Zhizao - ad aiutare P. Ricci

nella realizzazione delle ultime e più sviluppate edizioni del mappamondo,

che avrebbe dato ai cinesi una nuova immagine del mondo. Egli descriveva P.

Ricci con queste parole: « Io l'ho creduto un uomo singolare perché vive nel

celibato, non briga le cariche, parla poco, ha una condotta regolata e questo

tutti i giorni, coltiva la virtù di nascosto e serve Dio continuamente ». È

giusto dunque associare a P. Matteo Ricci anche i suoi grandi amici cinesi,

che con lui condivisero l'esperienza di fede.

Cari fratelli e sorelle, il ricordo di questi uomini di Dio dediti al Vangelo e

alla Chiesa, il loro esempio di fedeltà a Cristo, il profondo amore verso il

popolo cinese, l'impegno di intelligenza e di studio, la loro vita virtuosa, siano

occasione di preghiera per la Chiesa in Cina e per l'intero popolo cinese, come

facciamo ogni anno, il 24 maggio, rivolgendoci a Maria Santissima, venerata

nel celebre Santuario di Sheshan a Shanghai; e siano anche di stimolo ed

incoraggiamento a vivere con intensità la fede cristiana, nel dialogo con le

diverse culture, ma nella certezza che in Cristo si realizza il vero umanesimo,

aperto a Dio, ricco di valori morali e spirituali e capace di rispondere ai

desideri più profondi dell'animo umano. Anch'io, come P. Matteo Ricci,

esprimo oggi la mia profonda stima al nobile popolo cinese e alla sua cultura

millenaria, convinto che un loro rinnovato incontro con il Cristianesimo ap-

porterà frutti abbondanti di bene, come allora favorı̀ una pacifica convivenza

tra i popoli. Grazie.