ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 315

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 Acta Benedicti Pp. XVI 317

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 Acta Benedicti Pp. XVI 319

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 Acta Benedicti Pp. XVI 321

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale322

 Acta Benedicti Pp. XVI 323

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 Acta Benedicti Pp. XVI 325

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 Acta Benedicti Pp. XVI 329

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 Acta Benedicti Pp. XVI 337

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale338

 Acta Benedicti Pp. XVI 339

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 Acta Benedicti Pp. XVI 341

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale342

 Acta Benedicti Pp. XVI 343

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale344

 Acta Benedicti Pp. XVI 345

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale346

 Acta Benedicti Pp. XVI 347

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale348

 Acta Benedicti Pp. XVI 349

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale350

 Acta Benedicti Pp. XVI 351

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale352

 Acta Benedicti Pp. XVI 353

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale354

 Acta Benedicti Pp. XVI 355

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale356

 Acta Benedicti Pp. XVI 357

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale358

 Acta Benedicti Pp. XVI 359

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale360

 Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 361

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale362

 Congregatio pro Episcopis 363

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale364

 Diarium Romanae Curiae 365

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale366

 Diarium Romanae Curiae 367

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale368

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale332

darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre ». In realtà, la

preghiera di Gesù - quella dell'Ultima Cena e quella sulla croce - è una

preghiera che permane anche in Cielo, dove Cristo siede alla destra del Padre.

Gesù, infatti, vive sempre il suo sacerdozio d'intercessione a favore del popolo

di Dio e dell'umanità e quindi prega per tutti noi chiedendo al Padre il dono

dello Spirito Santo.

Il racconto della Pentecoste nel libro degli Atti degli Apostoli - lo ab-

biamo ascoltato nella prima lettura 2 - presenta il « nuovo corso » dell'opera

di Dio iniziato con la risurrezione di Cristo, opera che coinvolge l'uomo, la

storia e il cosmo. Dal Figlio di Dio morto e risorto e ritornato al Padre spira

ora sull'umanità, con inedita energia, il soffio divino, lo Spirito Santo. E cosa

produce questa nuova e potente auto-comunicazione di Dio? Là dove ci sono

lacerazioni ed estraneità, essa crea unità e comprensione. Si innesca un pro-

cesso di riunificazione tra le parti della famiglia umana, divise e disperse; le

persone, spesso ridotte a individui in competizione o in conflitto tra loro,

raggiunte dallo Spirito di Cristo, si aprono all'esperienza della comunione,

che può coinvolgerle a tal punto da fare di loro un nuovo organismo, un

nuovo soggetto: la Chiesa. Questo è l'effetto dell'opera di Dio: l'unità; perciò

l'unità è il segno di riconoscimento, il « biglietto da visita » della Chiesa nel

corso della sua storia universale. Fin dall'inizio, dal giorno di Pentecoste, essa

parla tutte le lingue. La Chiesa universale precede le Chiese particolari, e

queste devono sempre conformarsi a quella, secondo un criterio di unità e

universalità. La Chiesa non rimane mai prigioniera di confini politici, razziali

e culturali; non si può confondere con gli Stati e neppure con le Federazioni di

Stati, perché la sua unità è di genere diverso e aspira ad attraversare tutte le

frontiere umane.

Da questo, cari fratelli, deriva un criterio pratico di discernimento per la

vita cristiana: quando una persona, o una comunità, si chiude nel proprio

modo di pensare e di agire, è segno che si è allontanata dallo Spirito Santo. Il

cammino dei cristiani e delle Chiese particolari deve sempre confrontarsi con

quello della Chiesa una e cattolica, e armonizzarsi con esso. Ciò non significa

che l'unità creata dallo Spirito Santo sia una specie di egualitarismo. Al

contrario, questo è piuttosto il modello di Babele, cioè l'imposizione di una

cultura dell'unità che potremmo definire « tecnica ». La Bibbia, infatti, ci

dice 3 che a Babele tutti parlavano una sola lingua. A Pentecoste, invece,

2 Cfr. At 2, 1-11. 3 Cfr. Gn 11, 1-9.