ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 349

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 Acta Benedicti Pp. XVI 353

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 Acta Benedicti Pp. XVI 357

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale358

 Acta Benedicti Pp. XVI 359

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 Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 361

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale362

 Congregatio pro Episcopis 363

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale364

 Diarium Romanae Curiae 365

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale366

 Diarium Romanae Curiae 367

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale368

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale338

significativo. Esso indica il compimento di un cammino, cioè proprio il cam-

mino di educazione e trasformazione del Figlio di Dio mediante la sofferenza,

mediante la passione dolorosa. È grazie a questa trasformazione che Gesù

Cristo è diventato « sommo sacerdote » e può salvare tutti coloro che si affi-

dano a Lui. Il termine teleiotheis, tradotto giustamente con « reso perfetto »,

appartiene ad una radice verbale che, nella versione greca del Pentateuco,

cioè i primi cinque libri della Bibbia, viene sempre usata per indicare la

consacrazione degli antichi sacerdoti. Questa scoperta è assai preziosa, perché

ci dice che la passione è stata per Gesù come una consacrazione sacerdotale.

Egli non era sacerdote secondo la Legge, ma lo è diventato in maniera esi-

stenziale nella sua Pasqua di passione, morte e risurrezione: ha offerto se

stesso in espiazione e il Padre, esaltandolo al di sopra di ogni creatura, lo

ha costituito Mediatore universale di salvezza.

Ritorniamo, nella nostra meditazione, all'Eucaristia, che tra poco sarà al

centro della nostra assemblea liturgica. In essa Gesù ha anticipato il suo

Sacrificio, un Sacrificio non rituale, ma personale. Nell'Ultima Cena Egli

agisce mosso da quello « spirito eterno » con il quale si offrirà poi sulla Croce.8

Ringraziando e benedicendo, Gesù trasforma il pane e il vino. È l'amore

divino che trasforma: l'amore con cui Gesù accetta in anticipo di dare tutto

se stesso per noi. Questo amore non è altro che lo Spirito Santo, lo Spirito del

Padre e del Figlio, che consacra il pane e il vino e muta la loro sostanza nel

Corpo e nel Sangue del Signore, rendendo presente nel Sacramento lo stesso

Sacrificio che si compie poi in modo cruento sulla Croce. Possiamo dunque

concludere che Cristo è sacerdote vero ed efficace perché era pieno della forza

dello Spirito Santo, era colmo di tutta la pienezza dell'amore di Dio, e questo

proprio « nella notte in cui fu tradito », proprio nell'« ora delle tenebre ».9 È

questa forza divina, la stessa che realizzò l'Incarnazione del Verbo, a trasfor-

mare l'estrema violenza e l'estrema ingiustizia in atto supremo d'amore e di

giustizia. Questa è l'opera del sacerdozio di Cristo, che la Chiesa ha ereditato e

prolunga nella storia, nella duplice forma del sacerdozio comune dei battez-

zati e di quello ordinato dei ministri, per trasformare il mondo con l'amore di

Dio. Tutti, sacerdoti e fedeli, ci nutriamo della stessa Eucaristia, tutti ci

prostriamo ad adorarLa, perché in essa è presente il nostro Maestro e Signore,

è presente il vero Corpo di Gesù, Vittima e Sacerdote, salvezza del mondo.

Venite, esultiamo con canti di gioia! Venite, adoriamo! Amen.

8 Cfr. Eb 9, 14. 9 Cfr. Lc 22, 53.