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Acta Benedicti Pp. XVI 267
benedizione, di lode a Dio, di fede nel suo Consacrato, di ringraziamento
perché finalmente i nostri occhi possono vedere e le nostre braccia stringere
« la sua salvezza ».9
« Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele »: 10 cosı̀ Si-
meone definisce il Messia del Signore, al termine del suo canto di benedizione.
Il tema della luce, che riecheggia il primo e il secondo carme del Servo del
Signore, nel Deutero-Isaia,11 è fortemente presente in questa liturgia. Essa
infatti è stata aperta da una suggestiva processione, a cui hanno partecipato i
Superiori e le Superiore Generali degli Istituti di vita consacrata qui rappre-
sentati, che portavano i ceri accesi. Questo segno, specifico della tradizione
liturgica di questa Festa, è molto espressivo. Manifesta la bellezza e il valore
della vita consacrata come riflesso della luce di Cristo; un segno che richiama
l'ingresso di Maria nel Tempio: la Vergine Maria, la Consacrata per eccellenza,
portava in braccio la Luce stessa, il Verbo incarnato, venuto a scacciare le
tenebre dal mondo con l'amore di Dio.
Cari fratelli e sorelle consacrati, tutti voi siete stati rappresentati in quel
simbolico pellegrinaggio, che nell'Anno della fede esprime ancora di più il
vostro convenire nella Chiesa, per essere confermati nella fede e rinnovare
l'offerta di voi stessi a Dio. A ciascuno di voi, e ai vostri Istituti, rivolgo con
affetto il mio più cordiale saluto e vi ringrazio per la vostra presenza. Nella
luce di Cristo, con i molteplici carismi di vita contemplativa e apostolica, voi
cooperate alla vita e alla missione della Chiesa nel mondo. In questo spirito di
riconoscenza e di comunione, vorrei rivolgervi tre inviti, affinché possiate
entrare pienamente in quella « porta della fede » che è sempre aperta per noi.12
Vi invito in primo luogo ad alimentare una fede in grado di illuminare la
vostra vocazione. Vi esorto per questo a fare memoria, come in un pellegri-
naggio interiore, del « primo amore » con cui il Signore Gesù Cristo ha riscal-
dato il vostro cuore, non per nostalgia, ma per alimentare quella fiamma. E
per questo occorre stare con Lui, nel silenzio dell'adorazione; e cosı̀ risvegliare
la volontà e la gioia di condividerne la vita, le scelte, l'obbedienza di fede, la
beatitudine dei poveri, la radicalità dell'amore. A partire sempre nuovamente
da questo incontro d'amore voi lasciate ogni cosa per stare con Lui e mettervi
come Lui al servizio di Dio e dei fratelli.13
9 Cfr 2, 30. 10 2, 32. 11 Cfr Is 42, 6; 49, 6. 12 Cfr Lett. ap. Porta fidei, 1. 13 Cfr Esort. ap. Vita consecrata, 1.