ACTA BENEDICTI PP. XVI

 spiritaliterque pueris, iuvenibus, operariis, senibus promovendis se addixit.

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale868

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 Acta Benedicti Pp. XVI 871

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 Congregatio de Causis Sanctorum 873

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 Congregatio de Causis Sanctorum 875

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 Congregatio de Causis Sanctorum 877

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale878

 Congregatio de Causis Sanctorum 879

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 Congregatio de Causis Sanctorum 881

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 Congregatio de Causis Sanctorum 883

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 Congregatio de Causis Sanctorum 885

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 Congregatio de Causis Sanctorum 889

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 Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI

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 Congregatio de Causis Sanctorum 901

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 Congregatio de Causis Sanctorum 903

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 Congregatio de Causis Sanctorum 905

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 Congregatio de Causis Sanctorum 907

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 Congregatio de Causis Sanctorum 911

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 Congregatio de Causis Sanctorum 913

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale914

 Congregatio pro Episcopis 915

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 Diarium Romanae Curiae 917

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale918

 Diarium Romanae Curiae 919

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale864

Cristo scelse i dodici Apostoli dopo aver passato sul monte tutta la notte a

pregare (Lc 6, 12); e l'evangelista Marco precisa che i Dodici furono scelti

perché « stessero con lui e per mandarli » (Mc 3, 14). Come gli Apostoli anche

noi, carissimi Confratelli, in quanto loro successori, siamo stati chiamati

innanzitutto per stare con Cristo, per conoscerlo più profondamente ed essere

partecipi del suo mistero di amore e della sua relazione piena di confidenza

con il Padre. Nella preghiera intima e personale il Vescovo, come e più di tutti

i fedeli, è chiamato a crescere nello spirito filiale verso Dio, apprendendo da

Gesù stesso la confidenza, la fiducia e la fedeltà, atteggiamenti suoi propri nel

rapporto col Padre.

E gli Apostoli avevano compreso bene come l'ascolto nella preghiera e

l'annuncio delle cose ascoltate dovevano avere il primato sulle molte cose da

fare, perché decisero: « Noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della

parola » (At 6, 4). Questo programma apostolico è quanto mai attuale. Oggi,

nel ministero di un Vescovo, gli aspetti organizzativi sono assorbenti, gli

impegni sono molteplici, le necessità sempre tante, ma il primo posto nella

vita di un successore degli Apostoli deve essere riservato a Dio. Specialmente

cosı̀ aiutiamo i nostri fedeli. Già San Gregorio Magno nella « Regola pastora-

le » avvertiva che il pastore « in modo singolare deve essere capace di elevarsi

su tutti gli altri per la preghiera e la contemplazione.1 È quanto la tradizione

ha poi formulato con la nota espressione: « Contemplata aliis tradere ».2

Nell'Enciclica «Deus caritas est », riferendomi alla narrazione dell'episodio

biblico della scala di Giacobbe, ho voluto evidenziare come proprio attraverso

la preghiera il pastore divenga sensibile ai bisogni degli altri e misericordioso

verso tutti.3 E ho ricordato il pensiero di San Gregorio Magno, secondo il

quale il pastore radicato nella contemplazione sa accogliere le necessità degli

altri, che nella preghiera diventano sue: « per pietatis viscera in se infirmita-

tem caeterorum transferat ».4 La preghiera educa all'amore e apre il cuore alla

carità pastorale per accogliere tutti coloro che ricorrono al Vescovo. Egli,

plasmato interiormente dallo Spirito Santo, consola con il balsamo della

grazia divina, illumina con la luce della Parola, riconcilia ed edifica nella

comunione fraterna. Nella vostra preghiera, cari Confratelli, un particolare

posto devono avere i vostri sacerdoti, affinché siano sempre perseveranti

nella vocazione e fedeli alla missione presbiterale loro affidata. È quanto

mai edificante per ogni sacerdote sapere che il Vescovo, dal quale ha ricevuto

il dono del sacerdozio o che comunque è il suo padre e amico, gli è vicino nella

1 II, 5. 2 Cfr San Tommaso, Summa Theologiae, IIa-IIae, q. 188, art. 6. 3 Cfr n. 7. 4 Regola Pastorale, II, 5.