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II
Dum Summus Pontifex Seminarium Maiorem Romanum invisit occasione festivi-
tatis B.V. Mariae « Fiduciae ».*
Eminenza,
cari Fratelli nell'episcopato e nel sacerdozio,
cari amici!
È per me ogni anno una grande gioia essere qui con voi, vedere tanti
giovani che camminano verso il sacerdozio, che sono attenti alla voce del
Signore, vogliono seguire questa voce e cercano la strada per servire il Signore
in questo nostro tempo.
Abbiamo ascoltato tre versetti dalla Prima Lettera di San Pietro.1 Prima
di entrare in questo testo, mi sembra importante proprio essere attenti al
fatto che è Pietro che parla. Le prime due parole della Lettera sono «Petrus
apostolus »: 2 lui parla, e parla alle Chiese in Asia e chiama i fedeli « eletti
e stranieri dispersi ».3 Riflettiamo un po' su questo. Pietro parla, e parla
- come si sente alla fine della Lettera - da Roma, che ha chiamato
«Babilonia ».4 Pietro parla: quasi una prima enciclica, con la quale il primo
apostolo, vicario di Cristo, parla alla Chiesa di tutti i tempi.
Pietro, apostolo. Parla quindi colui che ha trovato in Cristo Gesù il Messia
di Dio, che ha parlato come primo in nome della Chiesa futura: « Tu sei Cristo,
il Figlio del Dio vivo ».5 Parla colui che ci ha introdotto in questa fede. Parla
colui al quale il Signore ha detto: « Ti trasmetto le chiavi del regno dei cieli »,6
al quale ha affidato il suo gregge dopo la Risurrezione, dicendogli tre volte:
« Pascola il mio gregge, le mie pecore ».7 Parla anche l'uomo che è caduto, che
ha negato Gesù e che ha avuto la grazia di vedere lo sguardo di Gesù, di essere
toccato nel suo cuore e di avere trovato il perdono e un rinnovamento
della sua missione. Ma è soprattutto importante che questo uomo, pieno di
passione, di desiderio di Dio, di desiderio del regno di Dio, del Messia, che
* Die 8 Februarii 2013. 1 Cfr 1, 3-5. 2 Cfr v. 1. 3 Ibidem. 4 Cfr 5, 13. 5 Cfr Mt 16, 16. 6 Cfr Mt 16, 19. 7 Cfr Gv 21, 15-17.