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Acta Benedicti Pp. XVI 277
quest'uomo che ha trovato Gesù, il Signore e il Messia, è anche l'uomo che ha
peccato, che è caduto, e tuttavia è rimasto sotto gli occhi del Signore e cosı̀
rimane responsabile per la Chiesa di Dio, rimane incaricato da Cristo, rimane
portatore del suo amore.
Parla Pietro l'apostolo, ma gli esegeti ci dicono: non è possibile che questa
Lettera sia di Pietro, perché il greco è talmente buono che non può essere il
greco di un pescatore del Lago di Galilea. E non solo il linguaggio, la strut-
tura della lingua è ottima, ma anche il pensiero è già abbastanza maturo, ci
sono già formule concrete nelle quali si condensa la fede e la riflessione della
Chiesa. Quindi essi dicono: è già uno stato di sviluppo che non può essere
quello di Pietro. Come rispondere? Vi sono due posizioni importanti: primo,
Pietro stesso - cioè la Lettera - ci dà una chiave perché alla fine dello
Scritto dice: « Vi scrivo tramite Silvano - dia Silvano ». Questo tramite
[dia] può significare diverse cose: può significare che lui [Silvano] trasporta,
trasmette; può voler dire che lui ha aiutato nella redazione; può dire che lui
realmente era lo scrittore pratico. In ogni caso, possiamo concludere che la
Lettera stessa ci indica che Pietro non è stato solo nello scrivere questa
Lettera, ma esprime la fede di una Chiesa che è già in cammino di fede, in
una fede sempre più matura. Non scrive da solo, individuo isolato, scrive con
l'aiuto della Chiesa, delle persone che aiutano ad approfondire la fede, ad
entrare nella profondità del suo pensiero, della sua ragionevolezza, della
sua profondità. E questo è molto importante: non parla Pietro come indivi-
duo, parla ex persona Ecclesiae, parla come uomo della Chiesa, certamente
come persona, con la sua responsabilità personale, ma anche come persona
che parla in nome della Chiesa: non solo idee private, non come un genio del
secolo XIX che voleva esprimere solo idee personali, originali, che nessuno
avrebbe potuto dire prima. No. Non parla come genio individualistico, ma
parla proprio nella comunione della Chiesa. Nell'Apocalisse, nella visione
iniziale di Cristo è detto che la voce di Cristo è la voce di molte acque.8 Questo
vuol dire: la voce di Cristo riunisce tutte le acque del mondo, porta in sé tutte
le acque vive che danno vita al mondo; è Persona, ma proprio questa è la
grandezza del Signore, che porta in sé tutto il fiume dell'Antico Testamento,
anzi, della saggezza dei popoli. E quanto qui è detto sul Signore vale, in altro
modo, anche per l'apostolo, che non vuole dire una parola solo sua, ma porta
in sé realmente le acque della fede, le acque di tutta la Chiesa, e proprio cosı̀
8 Cfr Ap 1, 15.