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dà fertilità, dà fecondità e proprio cosı̀ è un testimone personale che si apre al
Signore, e cosı̀ diventa aperto e largo. Quindi, questo è importante.
Poi mi sembra anche importante che in questa conclusione della Lettera
vengono nominati Silvano e Marco, due persone che appartengono anche alle
amicizie di san Paolo. Cosı̀, tramite questa conclusione, i mondi di san Pietro
e di san Paolo vanno insieme: non è una teologia esclusivamente petrina
contro una teologia paolina, ma è una teologia della Chiesa, della fede della
Chiesa, nella quale c'è diversità - certamente - di temperamento, di pen-
siero, di stile nel parlare tra Paolo e Pietro. È bene che ci siano queste
diversità, anche oggi, di diversi carismi, di diversi temperamenti, ma tuttavia
non sono contrastanti e si uniscono nella comune fede.
Vorrei dire ancora una cosa: san Pietro scrive da Roma. È importante: qui
abbiamo già il Vescovo di Roma, abbiamo l'inizio della successione, abbiamo
già l'inizio del primato concreto collocato a Roma, non solo consegnato dal
Signore, ma collocato qui, in questa città, in questa capitale del mondo. Come
è venuto Pietro a Roma? Questa è una domanda seria. Gli Atti degli Apostoli
ci raccontano che, dopo la sua fuga dal carcere di Erode, è andato in un altro
luogo 9 - eis eteron topon -, non si sa in quale altro luogo; alcuni dicono
Antiochia, alcuni dicono Roma. In ogni caso, in questo capitolo, va detto
anche che, prima di fuggire, ha affidato la Chiesa giudeo-cristiana, la Chiesa
di Gerusalemme, a Giacomo e, affidandola a Giacomo, egli tuttavia rimane
Primate della Chiesa universale, della Chiesa dei pagani, ma anche della
Chiesa giudeo-cristiana. E qui a Roma ha trovato una grande comunità
giudeo-cristiana. I liturgisti ci dicono che nel Canone romano ci sono tracce
di un linguaggio tipicamente giudeo-cristiano; cosı̀ vediamo che in Roma
si trovano ambedue le parti della Chiesa: quella giudeo cristiana e quella
pagano-cristiana, unite, espressione della Chiesa universale. E per Pietro
certamente il passaggio da Gerusalemme a Roma è il passaggio all'universa-
lità della Chiesa, il passaggio alla Chiesa dei pagani e di tutti i tempi, alla
Chiesa anche sempre degli ebrei. E penso che, andando a Roma, san Pietro
non solo ha pensato a questo passaggio: Gerusalemme/Roma, Chiesa
giudeo-cristiana/Chiesa universale. Certamente si è ricordato anche delle ul-
time parole di Gesù a lui rivolte, riportate da san Giovanni: « Alla fine, tu
andrai dove non vuoi andare. Ti cingeranno, estenderanno le tue mani ».10 È
una profezia della crocifissione. I filologi ci mostrano che è un'espressione
9 Cfr 12, 17. 10 Cfr Gv 21, 18.