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smo sbagliato. Ma essere lieti perché Dio mi ha voluto non è trionfalismo, ma
è gratitudine, e penso che dobbiamo re-imparare questa gioia: Dio ha voluto
che io sia nato cosı̀, in una famiglia cattolica, che abbia conosciuto dall'inizio
Gesù. Che dono essere voluto da Dio, cosı̀ che ho potuto conoscere il suo
volto, che ho potuto conoscere Gesù Cristo, il volto umano di Dio, la storia
umana di Dio in questo mondo! Essere gioiosi perché mi ha eletto per essere
cattolico, per essere in questa Chiesa sua, dove subsistit Ecclesia unica; dob-
biamo essere gioiosi perché Dio mi ha dato questa grazia, questa bellezza di
conoscere la pienezza della verità di Dio, la gioia del suo amore.
Eletti: una parola di privilegio e di umiltà nello stesso momento. Ma
« eletti » è - come dicevo - accompagnato da «parapidemois », dispersi, stra-
nieri. Da cristiani siamo dispersi e siamo stranieri: vediamo che oggi nel
mondo i cristiani sono il gruppo più perseguitato perché non conforme, perché
è uno stimolo, perché contro le tendenze dell'egoismo, del materialismo, di
tutte queste cose.
Certamente i cristiani sono non solo stranieri; siamo anche nazioni cri-
stiane, siamo fieri di aver contribuito alla formazione della cultura; c'è un
sano patriottismo, una sana gioia di appartenere ad una nazione che ha una
grande storia di cultura, di fede. Ma, tuttavia, come cristiani, siamo sempre
anche stranieri - la sorte di Abramo, descritta nella Lettera agli Ebrei. Siamo,
come cristiani, proprio oggi, anche sempre stranieri. Nei posti di lavoro i
cristiani sono una minoranza, si trovano in una situazione di estraneità;
meraviglia che uno oggi possa ancora credere e vivere cosı̀. Questo appartiene
anche alla nostra vita: è la forma di essere con Cristo Crocifisso; questo essere
stranieri, non vivendo secondo il modo in cui vivono tutti, ma vivendo - o
cercando almeno di vivere - secondo la sua Parola, in una grande diversità
rispetto a quanto dicono tutti. E proprio questo per i cristiani è caratteristi-
co. Tutti dicono: «Ma tutti fanno cosı̀, perché non io? » No, io no, perché
voglio vivere secondo Dio. Sant'Agostino una volta ha detto: « I cristiani
sono quelli che non hanno le radici in giù come gli alberi, ma hanno le radici
in su, e vivono questa gravitazione non nella gravitazione naturale verso il
basso ». Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad accettare questa missione di
vivere come dispersi, come minoranza, in un certo senso; di vivere come
stranieri e tuttavia di essere responsabili per gli altri e, proprio cosı̀, dando
forza al bene nel nostro mondo.
Arriviamo finalmente ai tre versetti di oggi. Vorrei solo sottolineare, o
diciamo un po' interpretare, per quanto posso, tre parole: la parola rigenerati,