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Acta Benedicti Pp. XVI 287
attiva, che le ricchezze arrivassero al popolo; e cosı̀ si è riscoperta, rinnovata
la liturgia.
Io trovo adesso, retrospettivamente, che è stato molto buono cominciare
con la liturgia, cosı̀ appare il primato di Dio, il primato dell'adorazione.
«Operi Dei nihil praeponatur »: questa parola della Regola di san Benedetto 3
appare cosı̀ come la suprema regola del Concilio. Qualcuno aveva criticato che
il Concilio ha parlato su tante cose, ma non su Dio. Ha parlato su Dio! Ed è
stato il primo atto e quello sostanziale parlare su Dio e aprire tutta la gente,
tutto il popolo santo, all'adorazione di Dio, nella comune celebrazione della
liturgia del Corpo e Sangue di Cristo. In questo senso, al di là dei fattori
pratici che sconsigliavano di cominciare subito con temi controversi, è stato,
diciamo, realmente un atto di Provvidenza che agli inizi del Concilio stia la
liturgia, stia Dio, stia l'adorazione. Adesso non vorrei entrare nei dettagli
della discussione, ma vale la pena sempre tornare, oltre le attuazioni pratiche,
al Concilio stesso, alla sua profondità e alle sue idee essenziali.
Ve n'erano, direi, diverse: soprattutto il Mistero pasquale come centro
dell'essere cristiano, e quindi della vita cristiana, dell'anno, del tempo cri-
stiano, espresso nel tempo pasquale e nella domenica che è sempre il giorno
della Risurrezione. Sempre di nuovo cominciamo il nostro tempo con la Ri-
surrezione, con l'incontro con il Risorto, e dall'incontro con il Risorto andia-
mo al mondo. In questo senso, è un peccato che oggi si sia trasformata la
domenica in fine settimana, mentre è la prima giornata, è l'inizio; interior-
mente dobbiamo tenere presente questo: che è l'inizio, l'inizio della Creazione,
è l'inizio della ri-creazione nella Chiesa, incontro con il Creatore e con Cristo
Risorto. Anche questo duplice contenuto della domenica è importante: è il
primo giorno, cioè festa della Creazione, noi stiamo sul fondamento della
Creazione, crediamo nel Dio Creatore; e incontro con il Risorto, che rinnova
la Creazione; il suo vero scopo è creare un mondo che è risposta all'amore
di Dio.
Poi c'erano dei principi: l'intelligibilità, invece di essere rinchiusi in una
lingua non conosciuta, non parlata, ed anche la partecipazione attiva. Pur-
troppo, questi principi sono stati anche male intesi. Intelligibilità non vuol
dire banalità, perché i grandi testi della liturgia - anche se parlati, grazie a
Dio, in lingua materna - non sono facilmente intelligibili, hanno bisogno di
una formazione permanente del cristiano perché cresca ed entri sempre più in
3 Cfr 43, 3.