Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale240
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Acta Benedicti Pp. XVI 293
Quando abbiamo incominciato a lavorare anche sull'Islam, ci hanno det-
to: Ma ci sono anche altre religioni del mondo: tutta l'Asia! Pensate al Bud-
dismo, all'Induismo.... E cosı̀, invece di una Dichiarazione inizialmente pen-
sata solo sull'antico Popolo di Dio, si è creato un testo sul dialogo
interreligioso, anticipando quanto solo trent'anni dopo si è mostrato in tutta
la sua intensità e importanza. Non posso entrare adesso in questo tema, ma se
si legge il testo, si vede che è molto denso e preparato veramente da persone
che conoscevano le realtà, e indica brevemente, con poche parole, l'essenziale.
Cosı̀ anche il fondamento di un dialogo, nella differenza, nella diversità, nella
fede sull'unicità di Cristo, che è uno, e non è possibile, per un credente,
pensare che le religioni siano tutte variazioni di un tema. No, c'è una realtà
del Dio vivente che ha parlato, ed è un Dio, è un Dio incarnato, quindi una
Parola di Dio, che è realmente Parola di Dio. Ma c'è l'esperienza religiosa, con
una certa luce umana della creazione, e quindi è necessario e possibile entrare
in dialogo, e cosı̀ aprirsi l'uno all'altro e aprire tutti alla pace di Dio, di tutti i
suoi figli, di tutta la sua famiglia.
Quindi, questi due documenti, libertà religiosa e «Nostra aetate », connessi
con «Gaudium et spes » sono una trilogia molto importante, la cui importanza
si è mostrata solo nel corso dei decenni, e ancora stiamo lavorando per capire
meglio questo insieme tra unicità della Rivelazione di Dio, unicità dell'unico
Dio incarnato in Cristo, e la molteplicità delle religioni, con le quali cerchiamo
la pace e anche il cuore aperto per la luce dello Spirito Santo, che illumina e
guida a Cristo.
Vorrei adesso aggiungere ancora un terzo punto: c'era il Concilio dei Padri
- il vero Concilio -, ma c'era anche il Concilio dei media. Era quasi un
Concilio a sé, e il mondo ha percepito il Concilio tramite questi, tramite i
media. Quindi il Concilio immediatamente efficiente arrivato al popolo, è
stato quello dei media, non quello dei Padri. E mentre il Concilio dei Padri
si realizzava all'interno della fede, era un Concilio della fede che cerca l'intel-
lectus, che cerca di comprendersi e cerca di comprendere i segni di Dio in quel
momento, che cerca di rispondere alla sfida di Dio in quel momento e di
trovare nella Parola di Dio la parola per oggi e domani, mentre tutto il
Concilio - come ho detto - si muoveva all'interno della fede, come fides
quaerens intellectum, il Concilio dei giornalisti non si è realizzato, naturalmen-
te, all'interno della fede, ma all'interno delle categorie dei media di oggi, cioè
fuori dalla fede, con un'ermeneutica diversa. Era un'ermeneutica politica: per
i media, il Concilio era una lotta politica, una lotta di potere tra diverse