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correnti nella Chiesa. Era ovvio che i media prendessero posizione per quella
parte che a loro appariva quella più confacente con il loro mondo. C'erano
quelli che cercavano la decentralizzazione della Chiesa, il potere per i Vescovi
e poi, tramite la parola « Popolo di Dio », il potere del popolo, dei laici. C'era
questa triplice questione: il potere del Papa, poi trasferito al potere dei Ve-
scovi e al potere di tutti, sovranità popolare. Naturalmente, per loro era
questa la parte da approvare, da promulgare, da favorire. E cosı̀ anche per
la liturgia: non interessava la liturgia come atto della fede, ma come una cosa
dove si fanno cose comprensibili, una cosa di attività della comunità, una
cosa profana. E sappiamo che c'era una tendenza, che si fondava anche
storicamente, a dire: La sacralità è una cosa pagana, eventualmente anche
dell'Antico Testamento. Nel Nuovo vale solo che Cristo è morto fuori: cioè
fuori dalle porte, cioè nel mondo profano. Sacralità quindi da terminare,
profanità anche del culto: il culto non è culto, ma un atto dell'insieme, della
partecipazione comune, e cosı̀ anche partecipazione come attività. Queste
traduzioni, banalizzazioni dell'idea del Concilio, sono state virulente nella
prassi dell'applicazione della Riforma liturgica; esse erano nate in una visione
del Concilio al di fuori della sua propria chiave, della fede. E cosı̀, anche nella
questione della Scrittura: la Scrittura è un libro, storico, da trattare storica-
mente e nient'altro, e cosı̀ via.
Sappiamo come questo Concilio dei media fosse accessibile a tutti. Quindi,
questo era quello dominante, più efficiente, ed ha creato tante calamità, tanti
problemi, realmente tante miserie: seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia
banalizzata ... e il vero Concilio ha avuto difficoltà a concretizzarsi, a realiz-
zarsi; il Concilio virtuale era più forte del Concilio reale. Ma la forza reale del
Concilio era presente e, man mano, si realizza sempre più e diventa la vera
forza che poi è anche vera riforma, vero rinnovamento della Chiesa. Mi sem-
bra che, 50 anni dopo il Concilio, vediamo come questo Concilio virtuale si
rompa, si perda, e appare il vero Concilio con tutta la sua forza spirituale. Ed
è nostro compito, proprio in questo Anno della fede, cominciando da questo
Anno della fede, lavorare perché il vero Concilio, con la sua forza dello Spirito
Santo, si realizzi e sia realmente rinnovata la Chiesa. Speriamo che il Signore
ci aiuti. Io, ritirato con la mia preghiera, sarò sempre con voi, e insieme
andiamo avanti con il Signore, nella certezza: Vince il Signore! Grazie!