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Acta Benedicti Pp. XVI 315
dallo Spirito Santo. Ciò che nei re e nei sacerdoti dell'Antica Alleanza era
avvenuto in modo simbolico nell'unzione con olio, con la quale venivano
istituiti nel loro ministero, avviene in Gesù in tutta la sua realtà: la sua
umanità è penetrata dalla forza dello Spirito Santo. Egli apre la nostra uma-
nità per il dono dello Spirito Santo. Quanto più siamo uniti a Cristo, tanto più
veniamo colmati dal suo Spirito, dallo Spirito Santo. Noi ci chiamiamo « cri-
stiani »: « unti » - persone che appartengono a Cristo e per questo partecipano
alla sua unzione, sono toccate dal suo Spirito. Non voglio soltanto chiamarmi
cristiano, ma voglio anche esserlo, ha detto sant'Ignazio d'Antiochia. Lascia-
mo che proprio questi oli sacri, che vengono consacrati in quest'ora, ci ricor-
dino tale compito intrinseco della parola « cristiano » e preghiamo il Signore,
affinchè sempre più non solo ci chiamiamo cristiani, ma anche lo siamo.
Nella liturgia di questo giorno si benedicono, come già detto, tre oli.
In tale triade si esprimono tre dimensioni essenziali dell'esistenza cristiana,
sulle quali vogliamo ora riflettere. C'è innanzitutto l'olio dei catecumeni.
Quest'olio indica come un primo modo di essere toccati da Cristo e dal suo
Spirito - un tocco interiore col quale il Signore attira le persone vicino a sé.
Mediante questa prima unzione, che avviene ancora prima del Battesimo, il
nostro sguardo si rivolge quindi alle persone che si mettono in cammino verso
Cristo - alle persone che sono alla ricerca della fede, alla ricerca di Dio.
L'olio dei catecumeni ci dice: non solo gli uomini cercano Dio. Dio stesso si
è messo alla ricerca di noi. Il fatto che Egli stesso si sia fatto uomo e sia
disceso negli abissi dell'esistenza umana, fin nella notte della morte, ci mostra
quanto Dio ami l'uomo, sua creatura. Spinto dall'amore, Dio si è incammi-
nato verso di noi. « Cercandomi Ti sedesti stanco ... che tanto sforzo non sia
vano! », preghiamo nel Dies Irae. Dio è alla ricerca di me. Voglio riconoscer-
Lo? Voglio essere da Lui conosciuto, da Lui essere trovato? Dio ama gli
uomini. Egli viene incontro all'inquietudine del nostro cuore, all'inquietudine
del nostro domandare e cercare, con l'inquietudine del suo stesso cuore, che lo
induce a compiere l'atto estremo per noi. L'inquietudine nei confronti di Dio,
l'essere in cammino verso di Lui, per conoscerLo meglio, per amarLo meglio,
non deve spegnersi in noi. In questo senso dovremmo sempre rimanere cate-
cumeni. « Ricercate sempre il suo volto », dice un Salmo.1 Agostino, al riguar-
do, ha commentato: Dio è tanto grande da superare sempre infinitamente
tutta la nostra conoscenza e tutto il nostro essere. Il conoscere Dio non si
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