ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 313

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 Acta Benedicti Pp. XVI 315

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 Acta Benedicti Pp. XVI 317

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale318

 Acta Benedicti Pp. XVI 319

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 Acta Benedicti Pp. XVI 327

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 Acta Benedicti Pp. XVI 335

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 Acta Benedicti Pp. XVI 339

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 Acta Benedicti Pp. XVI 341

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 Acta Benedicti Pp. XVI 343

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale344

 Acta Benedicti Pp. XVI 345

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale346

 Acta Benedicti Pp. XVI 347

 ungherese:

 Acta Benedicti Pp. XVI 349

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale350

 Acta Benedicti Pp. XVI 351

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale352

 Acta Benedicti Pp. XVI 353

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale354

 Acta Benedicti Pp. XVI 355

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale356

 Acta Benedicti Pp. XVI 357

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale358

 Congregatio pro Episcopis 359

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale360

 Congregatio pro Episcopis 361

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale362

 Diarium Romanae Curiae 363

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale364

 Diarium Romanae Curiae 365

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale366

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale316

esaurisce mai. Per tutta l'eternità possiamo, con una gioia crescente, sempre

continuare a cercarLo, per conoscerLo sempre di più ed amarLo sempre di

più. « Inquieto è il nostro cuore, finché non riposi in te », ha detto Agostino

all'inizio delle sue Confessioni. Sı̀, l'uomo è inquieto, perché tutto ciò che è

temporale è troppo poco. Ma siamo veramente inquieti verso di Lui? Non ci

siamo forse rassegnati alla sua assenza e cerchiamo di bastare a noi stessi?

Non permettiamo simili riduzioni del nostro essere umano! Rimaniamo con-

tinuamente in cammino verso di Lui, nella nostalgia di Lui, nell'accoglienza

sempre nuova di conoscenza e di amore!

C'è poi l'olio per l'Unzione degli infermi. Abbiamo davanti a noi la schiera

delle persone sofferenti: gli affamati e gli assetati, le vittime della violenza in

tutti i Continenti, i malati con tutti i loro dolori, le loro speranze e dispera-

zioni, i perseguitati e i calpestati, le persone col cuore affranto. Circa il primo

invio dei discepoli da parte di Gesù, san Luca ci narra: « Li mandò ad annun-

ciare il regno di Dio e a guarire gli infermi ».2 Il guarire è un incarico primor-

diale affidato da Gesù alla Chiesa, secondo l'esempio dato da Lui stesso che

risanando ha percorso le vie del Paese. Certo, il compito principale della

Chiesa è l'annuncio del regno di Dio. Ma proprio questo stesso annuncio deve

essere un processo di guarigione: « ... fasciare le piaghe dei cuori spezzati »,

viene detto oggi nella prima lettura dal profeta Isaia.3 L'annuncio del regno

di Dio, della bontà illimitata di Dio, deve suscitare innanzitutto questo:

guarire il cuore ferito degli uomini. L'uomo per la sua stessa essenza è un

essere in relazione. Se, però, è perturbata la relazione fondamentale, la rela-

zione con Dio, allora anche tutto il resto è perturbato. Se il nostro rapporto

con Dio è perturbato, se l'orientamento fondamentale del nostro essere è

sbagliato, non possiamo neppure veramente guarire nel corpo e nell'anima.

Per questo, la prima e fondamentale guarigione avviene nell'incontro con

Cristo che ci riconcilia con Dio e risana il nostro cuore affranto. Ma oltre

questo compito centrale fa parte della missione essenziale della Chiesa anche

la guarigione concreta della malattia e della sofferenza. L'olio per l'Unzione

degli infermi è espressione sacramentale visibile di questa missione. Fin dagli

inizi è maturata nella Chiesa la chiamata a guarire, è maturato l'amore

premuroso verso persone angustiate nel corpo e nell'anima. È questa anche

l'occasione per ringraziare una volta tanto le sorelle e i fratelli che in tutto il

mondo portano un amore risanatore agli uomini, senza badare alla loro po-

2 9, 2. 3 61, 1.