ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale312

 Acta Benedicti Pp. XVI 313

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale314

 Acta Benedicti Pp. XVI 315

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale316

 Acta Benedicti Pp. XVI 317

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale318

 Acta Benedicti Pp. XVI 319

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale320

 Acta Benedicti Pp. XVI 321

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale322

 Acta Benedicti Pp. XVI 323

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale324

 Acta Benedicti Pp. XVI 325

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 Acta Benedicti Pp. XVI 327

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale328

 Acta Benedicti Pp. XVI 329

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 Acta Benedicti Pp. XVI 333

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 Acta Benedicti Pp. XVI 335

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale336

 Acta Benedicti Pp. XVI 337

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale338

 Acta Benedicti Pp. XVI 339

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale340

 Acta Benedicti Pp. XVI 341

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale342

 Acta Benedicti Pp. XVI 343

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale344

 Acta Benedicti Pp. XVI 345

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale346

 Acta Benedicti Pp. XVI 347

 ungherese:

 Acta Benedicti Pp. XVI 349

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale350

 Acta Benedicti Pp. XVI 351

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale352

 Acta Benedicti Pp. XVI 353

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale354

 Acta Benedicti Pp. XVI 355

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale356

 Acta Benedicti Pp. XVI 357

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale358

 Congregatio pro Episcopis 359

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale360

 Congregatio pro Episcopis 361

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale362

 Diarium Romanae Curiae 363

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale364

 Diarium Romanae Curiae 365

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale366

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale312

suo popolo. È in cammino verso la comune festa della Pasqua, memoriale

della liberazione dall'Egitto e segno della speranza nella liberazione definiti-

va. Egli sa che Lo aspetta una nuova Pasqua e che Egli stesso prenderà il

posto degli agnelli immolati, offrendo se stesso sulla Croce. Sa che, nei doni

misteriosi del pane e del vino, si donerà per sempre ai suoi, aprirà loro la porta

verso una nuova via di liberazione, verso la comunione con il Dio vivente. È

in cammino verso l'altezza della Croce, verso il momento dell'amore che si

dona. Il termine ultimo del suo pellegrinaggio è l'altezza di Dio stesso, alla

quale Egli vuole sollevare l'essere umano.

La nostra processione odierna vuole quindi essere l'immagine di qualcosa

di più profondo, immagine del fatto che, insieme con Gesù, c'incamminiamo

per il pellegrinaggio: per la via alta verso il Dio vivente. È di questa salita che

si tratta. È il cammino a cui Gesù ci invita. Ma come possiamo noi tenere il

passo in questa salita? Non oltrepassa forse le nostre forze? Sı̀, è al di sopra

delle nostre proprie possibilità. Da sempre gli uomini sono stati ricolmi - e

oggi lo sono quanto mai - del desiderio di « essere come Dio », di raggiungere

essi stessi l'altezza di Dio. In tutte le invenzioni dello spirito umano si cerca,

in ultima analisi, di ottenere delle ali, per potersi elevare all'altezza dell'Es-

sere, per diventare indipendenti, totalmente liberi, come lo è Dio. Tante cose

l'umanità ha potuto realizzare: siamo in grado di volare. Possiamo vederci,

ascoltarci e parlarci da un capo all'altro del mondo. E tuttavia, la forza di

gravità che ci tira in basso è potente. Insieme con le nostre capacità non è

cresciuto soltanto il bene. Anche le possibilità del male sono aumentate e si

pongono come tempeste minacciose sopra la storia. Anche i nostri limiti sono

rimasti: basti pensare alle catastrofi che in questi mesi hanno afflitto e con-

tinuano ad affliggere l'umanità.

I Padri hanno detto che l'uomo sta nel punto d'intersezione tra due campi

di gravitazione. C'è anzitutto la forza di gravità che tira in basso - verso

l'egoismo, verso la menzogna e verso il male; la gravità che ci abbassa e ci

allontana dall'altezza di Dio. Dall'altro lato c'è la forza di gravità dell'amore

di Dio: l'essere amati da Dio e la risposta del nostro amore ci attirano verso

l'alto. L'uomo si trova in mezzo a questa duplice forza di gravità, e tutto

dipende dallo sfuggire al campo di gravitazione del male e diventare liberi di

lasciarsi totalmente attirare dalla forza di gravità di Dio, che ci rende veri, ci

eleva, ci dona la vera libertà.

Dopo la liturgia della Parola, all'inizio della Preghiera eucaristica durante

la quale il Signore entra in mezzo a noi, la Chiesa ci rivolge l'invito: «Sursum