Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale312
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale314
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale316
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale318
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale320
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale322
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale324
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale326
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale328
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale330
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale332
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale334
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale336
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale338
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale340
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale342
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale344
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale346
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale350
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale352
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale354
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale356
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale358
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale360
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale362
Acta Benedicti Pp. XVI 319
III
Eucharistica occurrente celebratione in Cena Domini.*
Cari fratelli e sorelle!
« Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia
passione »: 1 con queste parole Gesù ha inaugurato la celebrazione del suo
ultimo convito e dell'istituzione della santa Eucaristia. Gesù è andato incon-
tro a quell'ora desiderandola. Nel suo intimo ha atteso quel momento in cui
avrebbe donato se stesso ai suoi sotto le specie del pane e del vino. Ha atteso
quel momento che avrebbe dovuto essere in qualche modo le vere nozze
messianiche: la trasformazione dei doni di questa terra e il diventare una
cosa sola con i suoi, per trasformarli ed inaugurare cosı̀ la trasformazione
del mondo. Nel desiderio di Gesù possiamo riconoscere il desiderio di Dio
stesso - il suo amore per gli uomini, per la sua creazione, un amore in attesa.
L'amore che attende il momento dell'unione, l'amore che vuole attirare gli
uomini a sé, per dare compimento con ciò anche al desiderio della stessa
creazione: essa, infatti, è protesa verso la manifestazione dei figli di Dio.2
Gesù ha desiderio di noi, ci attende. E noi, abbiamo veramente desiderio di
Lui? C'è dentro di noi la spinta ad incontrarLo? Bramiamo la sua vicinanza,
il diventare una cosa sola con Lui, di cui Egli ci fa dono nella santa Eucari-
stia? Oppure siamo indifferenti, distratti, pieni di altro? Dalle parabole di
Gesù sui banchetti sappiamo che Egli conosce la realtà dei posti rimasti
vuoti, la risposta negativa, il disinteresse per Lui e per la sua vicinanza. I
posti vuoti al banchetto nuziale del Signore, con o senza scuse, sono per noi,
ormai da tempo, non una parabola, bensı̀ una realtà presente, proprio in quei
Paesi ai quali Egli aveva manifestato la sua vicinanza particolare. Gesù
sapeva anche di ospiti che sarebbero sı̀ venuti, ma senza essere vestiti in
modo nuziale - senza gioia per la sua vicinanza, seguendo solo un'abitudine,
e con tutt'altro orientamento della loro vita. San Gregorio Magno, in una
delle sue omelie, si domandava: Che genere di persone sono quelle che ven-
gono senza abito nuziale? In che cosa consiste questo abito e come lo si
acquista? La sua risposta è: Quelli che sono stati chiamati e vengono hanno
* Die 21 Aprilis 2011. 1 Lc 22, 15. 2 Cfr. Rm 8, 19.