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in qualche modo fede. È la fede che apre loro la porta. Ma manca loro l'abito
nuziale dell'amore. Chi vive la fede non come amore non è preparato per le
nozze e viene mandato fuori. La comunione eucaristica richiede la fede, ma la
fede richiede l'amore, altrimenti è morta anche come fede.
Da tutti e quattro i Vangeli sappiamo che l'ultimo convito di Gesù prima
della Passione fu anche un luogo di annuncio. Gesù ha proposto ancora una
volta con insistenza gli elementi portanti del suo messaggio. Parola e Sacra-
mento, messaggio e dono stanno inscindibilmente insieme. Ma durante l'ulti-
mo convito, Gesù ha soprattutto pregato. Matteo, Marco e Luca usano due
parole per descrivere la preghiera di Gesù nel punto centrale della Cena:
« eucharistesas » ed « eulogesas » - « ringraziare » e « benedire ». Il movimento
ascendente del ringraziare e quello discendente del benedire vanno insieme.
Le parole della transustanziazione sono parte di questa preghiera di Gesù.
Sono parole di preghiera. Gesù trasforma la sua Passione in preghiera, in
offerta al Padre per gli uomini. Questa trasformazione della sua sofferenza
in amore possiede una forza trasformatrice per i doni, nei quali ora Egli dà se
stesso. Egli li dà a noi affinché noi e il mondo siamo trasformati. Lo scopo
proprio e ultimo della trasformazione eucaristica è la nostra stessa trasfor-
mazione nella comunione con Cristo. L'Eucaristia ha di mira l'uomo nuovo, il
mondo nuovo cosı̀ come esso può nascere soltanto a partire da Dio mediante
l'opera del Servo di Dio.
Da Luca e soprattutto da Giovanni sappiamo che Gesù nella sua preghie-
ra durante l'Ultima Cena ha anche rivolto suppliche al Padre - suppliche che
al tempo stesso contengono appelli ai suoi discepoli di allora e di tutti i tempi.
Vorrei in quest'ora scegliere soltanto una supplica che, secondo Giovanni,
Gesù ha ripetuto quattro volte nella sua Preghiera sacerdotale. Quanto deve
averLo angustiato nel suo intimo! Essa rimane continuamente la sua preghie-
ra al Padre per noi: è la preghiera per l'unità. Gesù dice esplicitamente che
tale supplica non vale soltanto per i discepoli allora presenti, ma ha di mira
tutti coloro che crederanno in Lui.3 Chiede che tutti diventino una sola cosa
« come tu, Padre, sei in me e io in te ... perché il mondo creda ».4 L'unità dei
cristiani può esserci soltanto se i cristiani sono intimamente uniti a Lui, a
Gesù. Fede e amore per Gesù, fede nel suo essere uno col Padre e apertura
all'unità con Lui sono essenziali. Questa unità non è dunque una cosa soltan-
to interiore, mistica. Deve diventare visibile, cosı̀ visibile da costituire per il
3 Cfr. Gv 17, 20. 4 Gv 17, 21.