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Acta Francisci Pp. 755
questo è bello - ha vissuto il conflitto fino in fondo, senza ridurlo: ha vis-
suto l'umiliazione con Cristo umiliato, ha ubbidito. Non ci si salva mai dal
conflitto con la furbizia e con gli stratagemmi per resistere. Nella confusione
e davanti all'umiliazione la Compagnia ha preferito vivere il discernimento
della volontà di Dio, senza cercare un modo per uscire dal conflitto in modo
apparentemente tranquillo. O almeno elegante: non lo ha fatto.
Non è mai l'apparente tranquillità ad appagare il nostro cuore, ma la
vera pace che è dono di Dio. Non si deve mai cercare il « compromesso »
facile né si devono praticare facili « irenismi ». Solo il discernimento ci salva
dal vero sradicamento, dalla vera « soppressione » del cuore, che è l'egoismo,
la mondanità, la perdita del nostro orizzonte, della nostra speranza, che
è Gesù, che è solo Gesù. E così il p. Ricci e la Compagnia in fase di sop-
pressione ha privilegiato la storia rispetto a una possibile « storiella » grigia,
sapendo che è l'amore a giudicare la storia, e che la speranza - anche nel
buio - è più grande delle nostre attese.
Il discernimento deve essere fatto con intenzione retta, con occhio sem-
plice. Per questo il p. Ricci giunge, proprio in questa occasione di confusione
e di smarrimento, a parlare dei peccati dei gesuiti. Sembra fare pubblicità
al contrario! Non si difende sentendosi vittima della storia, ma si riconosce
peccatore. Guardare a se stessi riconoscendosi peccatori evita di porsi nella
condizione di considerarsi vittime davanti a un carnefice. Riconoscersi pec-
catori, riconoscersi davvero peccatori, significa mettersi nell'atteggiamento
giusto per ricevere la consolazione.
Possiamo ripercorrere brevemente questo cammino di discernimento e
di servizio che il padre Generale indicò alla Compagnia. Quando nel 1759
i decreti di Pombal distrussero le province portoghesi della Compagnia, il
p. Ricci visse il conflitto non lamentandosi e lasciandosi andare alla deso-
lazione, ma invitando alla preghiera per chiedere lo spirito buono, il vero
spirito soprannaturale della vocazione, la perfetta docilità alla grazia di Dio.
Quando nel 1761 la tempesta avanzava in Francia, il padre Generale chiese
di porre tutta la fiducia in Dio. Voleva che si approfittasse delle prove subite
per una maggiore purificazione interiore: esse ci conducono a Dio e possono
servire per la sua maggior gloria; poi raccomanda la preghiera, la santità
della vita, l'umiltà e lo spirito di obbedienza. Nel 1767, dopo l'espulsione
dei gesuiti spagnoli, ancora continua a invitare alla preghiera. E infine, il
21 febbraio 1773, appena sei mesi prima della firma del Breve Dominus ac