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rai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!". Se
toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all'affamato, se sazierai l'afflitto di cuore, allora
brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue
ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non
inaridiscono » (58, 6-11).
L'iniziativa « 24 ore per il Signore », da celebrarsi nel venerdì e sabato che
precedono la IV Domenica di Quaresima, è da incrementare nelle Diocesi.
Tante persone si stanno riavvicinando al sacramento della Riconciliazione
e tra questi molti giovani, che in tale esperienza ritrovano spesso il cam-
mino per ritornare al Signore, per vivere un momento di intensa preghiera
e riscoprire il senso della propria vita. Poniamo di nuovo al centro con
convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permette di toccare
con mano la grandezza della misericordia. Sarà per ogni penitente fonte
di vera pace interiore.
Non mi stancherò mai di insistere perché i confessori siano un vero
segno della misericordia del Padre. Non ci si improvvisa confessori. Lo si
diventa quando, anzitutto, ci facciamo noi per primi penitenti in cerca di
perdono. Non dimentichiamo mai che essere confessori significa partecipare
della stessa missione di Gesù ed essere segno concreto della continuità di
un amore divino che perdona e che salva. Ognuno di noi ha ricevuto il dono
dello Spirito Santo per il perdono dei peccati, di questo siamo responsabili.
Nessuno di noi è padrone del Sacramento, ma un fedele servitore del perdono
di Dio. Ogni confessore dovrà accogliere i fedeli come il padre nella parabola
del figlio prodigo: un padre che corre incontro al figlio nonostante avesse
dissipato i suoi beni. I confessori sono chiamati a stringere a sé quel figlio
pentito che ritorna a casa e ad esprimere la gioia per averlo ritrovato. Non
si stancheranno di andare anche verso l'altro figlio rimasto fuori e incapa-
ce di gioire, per spiegargli che il suo giudizio severo è ingiusto, e non ha
senso dinanzi alla misericordia del Padre che non ha confini. Non porranno
domande impertinenti, ma come il padre della parabola interromperanno il
discorso preparato dal figlio prodigo, perché sapranno cogliere nel cuore di
ogni penitente l'invocazione di aiuto e la richiesta di perdono. Insomma, i
confessori sono chiamati ad essere sempre, dovunque, in ogni situazione e
nonostante tutto, il segno del primato della misericordia.