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non è più come Mosé che poteva vedere solo il dorso del Signore. Anche
questa è un'idea bella, della quale San Gregorio Nisseno dice: « Vedere solo
il dorso vuol dire che dobbiamo sempre andare dietro a Cristo ». Ma nello
stesso tempo Dio ha mostrato con Cristo la sua faccia, il suo volto. Il velo
del tempio è squarciato, è aperto, il mistero di Dio è visibile. Il primo coman-
damento che esclude immagini di Dio, perché esse potrebbero solo sminuirne
la realtà, è cambiato, rinnovato, ha un'altra forma. Possiamo adesso, nell'uo-
mo Cristo, vedere il volto di Dio, possiamo avere icone di Cristo e cosı̀ vedere
chi è Dio.
Io penso che chi ha capito questo, chi si è fatto toccare da questo mistero,
che Dio si è svelato, si è squarciato il velo del tempio, mostrato il suo volto,
trova una fonte di gioia permanente. Possiamo solo dire: « Grazie. Sı̀, adesso
sappiamo chi tu sei, chi è Dio e come rispondere a Lui ». E penso che questa
gioia di conoscere Dio che si è mostrato, mostrato fino all'intimo del suo
essere, implica anche la gioia del comunicare: chi ha capito questo, vive
toccato da questa realtà, deve fare come hanno fatto i primi discepoli che
vanno dai loro amici e fratelli dicendo: « Abbiamo trovato colui del quale
parlano i Profeti. Adesso è presente ». La missionarietà non è una cosa este-
riormente aggiunta alla fede, ma è il dinamismo della fede stessa. Chi ha
visto, chi ha incontrato Gesù, deve andare dagli amici e deve dire agli amici:
« Lo abbiamo trovato, è Gesù, il Crocifisso per noi ».
Continuando poi, il testo dice: « Vi ho costituiti perché andiate e portiate
frutto e il frutto vostro rimanga ». Con questo ritorniamo all'inizio, all'imma-
gine, alla parabola della vite: essa è creata per portare frutto. E qual è il
frutto? Come abbiamo detto, il frutto è l'amore. Nell'Antico Testamento, con
la Torah come prima tappa dell'autorivelazione di Dio, il frutto era compreso
come giustizia, cioè vivere secondo la Parola di Dio, vivere nella volontà di
Dio, e cosı̀ vivere bene.
Ciò rimane, ma nello stesso tempo viene trasceso: la vera giustizia non
consiste in un'obbedienza ad alcune norme, ma è amore, amore creativo, che
trova da sé la ricchezza, l'abbondanza del bene. Abbondanza è una delle
parole chiave del Nuovo Testamento, Dio stesso dà sempre con abbondanza.
Per creare l'uomo, crea questa abbondanza di un cosmo immenso; per redi-
mere l'uomo dà se stesso, nell'Eucaristia dà se stesso. E chi è unito con Cristo,
chi è ramo nella vite, vive di questa legge, non chiede: « Posso ancora fare
questo o no? », « Devo fare questo o no? », ma vive nell'entusiasmo dell'amore
che non domanda: « questo è ancora necessario oppure proibito », ma, sem-