Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale138
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale140
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale142
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale144
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale148
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale150
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale152
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale154
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale156
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale158
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale160
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale162
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale170
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale176
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Congregatio de Causis Sanctorum 181
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale182
Congregatio de Causis Sanctorum 183
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Congregatio de Causis Sanctorum 185
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Congregatio de Causis Sanctorum 187
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Congregatio de Causis Sanctorum 189
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Acta Benedicti Pp. XVI 167
di un'istituzione divina e solo appartenendo alle due sfere - quella di Dio e
quella dell'uomo - può essere mediatore, può essere « ponte ». Questa è la
missione del sacerdote: combinare, collegare queste due realtà apparentemen-
te cosı̀ separate, cioè il mondo di Dio - lontano da noi, spesso sconosciuto
all'uomo - e il nostro mondo umano. La missione del sacerdozio è di essere
mediatore, ponte che collega, e cosı̀ portare l'uomo a Dio, alla sua redenzione,
alla sua vera luce, alla sua vera vita.
Come primo punto, quindi, il sacerdote deve essere dalla parte di Dio, e
solamente in Cristo questo bisogno, questa condizione della mediazione è
realizzata pienamente. Perciò era necessario questo Mistero: il Figlio di Dio
si fa uomo perché ci sia il vero ponte, ci sia la vera mediazione. Gli altri
devono avere almeno un'autorizzazione da Dio o, nel caso della Chiesa, il
Sacramento, cioè introdurre il nostro essere nell'essere di Cristo, nell'essere
divino. Solo con il Sacramento, questo atto divino che ci crea sacerdoti nella
comunione con Cristo, possiamo realizzare la nostra missione. E questo mi
sembra un primo punto di meditazione per noi: l'importanza del Sacramento.
Nessuno si fa sacerdote da se stesso; solo Dio può attirarmi, può autorizzarmi,
può introdurmi nella partecipazione al mistero di Cristo; solo Dio può entrare
nella mia vita e prendermi in mano. Questo aspetto del dono, della preceden-
za divina, dell'azione divina, che noi non possiamo realizzare, questa nostra
passività - essere eletti e presi per mano da Dio - è un punto fondamentale
nel quale entrare. Dobbiamo ritornare sempre al Sacramento, ritornare a
questo dono nel quale Dio mi dà quanto io non potrei mai dare: la parteci-
pazione, la comunione con l'essere divino, col sacerdozio di Cristo.
Rendiamo questa realtà anche un fattore pratico della nostra vita: se è
cosı̀, un sacerdote deve essere realmente un uomo di Dio, deve conoscere Dio
da vicino, e lo conosce in comunione con Cristo. Dobbiamo allora vivere
questa comunione e la celebrazione della Santa Messa, la preghiera del Bre-
viario, tutta la preghiera personale, sono elementi dell'essere con Dio, del-
l'essere uomini di Dio. Il nostro essere, la nostra vita, il nostro cuore devono
essere fissati in Dio, in questo punto dal quale non dobbiamo uscire, e ciò si
realizza, si rafforza giorno per giorno, anche con brevi preghiere nelle quali ci
ricolleghiamo con Dio e diventiamo sempre più uomini di Dio, che vivono
nella sua comunione e possono cosı̀ parlare di Dio e guidare a Dio.
L'altro elemento è che il sacerdote deve essere uomo. Uomo in tutti i sensi,
cioè deve vivere una vera umanità, un vero umanesimo; deve avere un'edu-
cazione, una formazione umana, delle virtù umane; deve sviluppare la sua