Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale312
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale314
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale316
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale318
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale320
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale322
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale330
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale356
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale358
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale360
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale362
Acta Benedicti Pp. XVI 341
Cari amici, il titolo scelto per il Congresso di quest'Anno Giubilare è
alquanto significativo: « Il Pontificio Istituto Liturgico tra memoria e profe-
zia ». Per quanto concerne la memoria, dobbiamo constatare i frutti abbon-
danti suscitati dallo Spirito Santo in mezzo secolo di storia, e per questo
rendiamo grazie al Datore di ogni bene, nonostante anche i malintesi e gli
errori nella realizzazione concreta della riforma. Come non ricordare i pionie-
ri, presenti all'atto della fondazione della Facoltà: dom Cipriano Vagaggini,
dom Adrien Nocent, dom Salvatore Marsili e dom Burkhard Neunheuser,
che, accogliendo le istanze del Pontefice fondatore, si impegnarono, special-
mente dopo la promulgazione della Costituzione conciliare Sacrosanctum Con-
cilium, ad approfondire « l'esercizio della missione sacerdotale di Gesù Cristo,
mediante la quale con segni visibili viene significata e, in modo proprio a
ciascuno, realizzata la santificazione dell'uomo, e viene esercitato dal Corpo
Mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra, il culto pubblico
integrale ».1
Appartiene alla « memoria » la vita stessa del Pontificio Istituto Liturgico,
che ha offerto il suo contributo alla Chiesa impegnata nella recezione del
Vaticano II, attraverso un cinquantennio di formazione liturgica accademica.
Formazione offerta alla luce della celebrazione dei santi misteri, della liturgia
comparata, della Parola di Dio, delle fonti liturgiche, del magistero, della
storia delle istanze ecumeniche e di una solida antropologia. Grazie a questo
importante lavoro formativo, un elevato numero di laureati e licenziati pre-
stano ora il loro servizio alla Chiesa in varie parti del mondo, aiutando il
Popolo santo di Dio a vivere la Liturgia come espressione della Chiesa in
preghiera, come presenza di Cristo in mezzo agli uomini e come attualità
costitutiva della storia della salvezza. Infatti, il Documento conciliare pone
in viva luce il duplice carattere teologico ed ecclesiologico della Liturgia. La
celebrazione realizza contemporaneamente un'epifania del Signore e un'epi-
fania della Chiesa, due dimensioni che si coniugano in unità nell'assemblea
liturgica, ove il Cristo attualizza il Mistero pasquale di morte e di risurrezione
e il popolo dei battezzati attinge più abbondantemente alle fonti della sal-
vezza. Nell'azione liturgica della Chiesa sussiste la presenza attiva di Cristo:
ciò che ha compiuto nel suo passaggio in mezzo agli uomini, Egli continua a
renderlo operante attraverso la sua personale azione sacramentale, il cui
centro è costituito dall'Eucaristia.
1 N. 7.