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passione del mondo, trasformandola in grido verso Dio, portandola davanti
agli occhi e nelle mani di Dio, e cosı̀ portandola realmente al momento della
Redenzione.
In realtà la Lettera agli Ebrei dice che « offrı̀ preghiere e suppliche »,
« grida e lacrime ».6 È una traduzione giusta del verbo prospherein, che è
una parola cultuale ed esprime l'atto dell'offerta dei doni umani a Dio,
esprime proprio l'atto dell'offertorio, del sacrificio. Cosı̀, con questo termine
cultuale applicato alle preghiere e lacrime di Cristo, dimostra che le lacrime
di Cristo, l'angoscia del Monte degli Ulivi, il grido della Croce, tutta la sua
sofferenza non sono una cosa accanto alla sua grande missione. Proprio
in questo modo Egli offre il sacrificio, fa il sacerdote. La Lettera agli Ebrei
con questo « offrı̀ », prospherein, ci dice: questa è la realizzazione del suo
sacerdozio, cosı̀ porta l'umanità a Dio, cosı̀ si fa mediatore, cosı̀ si fa
sacerdote.
Diciamo, giustamente, che Gesù non ha offerto a Dio qualcosa, ma ha
offerto se stesso e questo offrire se stesso si realizza proprio in questa com-
passione, che trasforma in preghiera e in grido al Padre la sofferenza del
mondo. In questo senso anche il nostro sacerdozio non si limita all'atto
cultuale della Santa Messa, nel quale tutto viene messo nelle mani di Cristo,
ma tutta la nostra compassione verso la sofferenza di questo mondo cosı̀
lontano da Dio, è atto sacerdotale, è prospherein, è offrire. In questo senso
mi sembra che dobbiamo capire ed imparare ad accettare più profondamente
le sofferenze della vita pastorale, perché proprio questo è azione sacerdotale, è
mediazione, è entrare nel mistero di Cristo, è comunicazione col mistero di
Cristo, molto reale ed essenziale, esistenziale e poi sacramentale.
Una seconda parola in questo contesto è importante. Viene detto che
Cristo cosı̀ - tramite questa obbedienza - è reso perfetto, in greco teleio-
theis.7 Sappiamo che in tutta la Torah, cioè in tutta la legislazione cultuale,
la parola teleion, qui usata, indica l'ordinazione sacerdotale. Cioè la Lettera
agli Ebrei ci dice che proprio facendo questo Gesù è stato fatto sacerdote, si è
realizzato il suo sacerdozio. La nostra ordinazione sacerdotale sacramentale
va realizzata e concretizzata esistenzialmente, ma anche in modo cristologi-
co, proprio in questo portare il mondo con Cristo e a Cristo e, con Cristo, a
Dio: cosı̀ diventiamo realmente sacerdoti, teleiotheis. Quindi il sacerdozio non
è una cosa per alcune ore, ma si realizza proprio nella vita pastorale, nelle sue
6 5, 7. 7 Cfr. Eb 5, 8-9.