Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale138
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale156
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale160
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Congregatio de Causis Sanctorum 183
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Acta Benedicti Pp. XVI 171
sofferenze e nelle sue debolezze, nelle sue tristezze ed anche nelle gioie,
naturalmente. Cosı̀ diventiamo sempre più sacerdoti in comunione con
Cristo.
La Lettera agli Ebrei riassume, infine, tutta questa compassione nella
parola hupakoen, obbedienza: tutto questo è obbedienza. È una parola che
non piace a noi, nel nostro tempo. Obbedienza appare come un'alienazione,
come un atteggiamento servile. Uno non usa la sua libertà, la sua libertà si
sottomette ad un'altra volontà, quindi uno non è più libero, ma è determi-
nato da un altro, mentre l'autodeterminazione, l'emancipazione sarebbe la
vera esistenza umana. Invece della parola « obbedienza », noi vogliamo come
parola chiave antropologica quella di « libertà ». Ma considerando da vicino
questo problema, vediamo che le due cose vanno insieme: l'obbedienza di
Cristo è conformità della sua volontà con la volontà del Padre; è un portare
la volontà umana alla volontà divina, alla conformazione della nostra volontà
con la volontà di Dio.
San Massimo il Confessore, nella sua interpretazione del Monte degli Ulivi,
dell'angoscia espressa proprio nella preghiera di Gesù, « non la mia, ma la tua
volontà », ha descritto questo processo, che Cristo porta in sé come vero
uomo, con la natura, la volontà umana; in questo atto - « non la mia, ma
la tua volontà » - Gesù riassume tutto il processo della sua vita, del portare,
cioè, la vita naturale umana alla vita divina e in questo modo trasformare
l'uomo: divinizzazione dell'uomo e cosı̀ redenzione dell'uomo, perché la vo-
lontà di Dio non è una volontà tirannica, non è una volontà che sta fuori del
nostro essere, ma è proprio la volontà creatrice, è proprio il luogo dove
troviamo la nostra vera identità.
Dio ci ha creati e siamo noi stessi se siamo conformi con la sua volontà;
solo cosı̀ entriamo nella verità del nostro essere e non siamo alienati. Al
contrario, l'alienazione si attua proprio uscendo dalla volontà di Dio, perché
in questo modo usciamo dal disegno del nostro essere, non siamo più noi stessi
e cadiamo nel vuoto. In verità, l'obbedienza a Dio, cioè la conformità, la
verità del nostro essere, è la vera libertà, perché è la divinizzazione. Gesù,
portando l'uomo, l'essere uomo, in sé e con sé, nella conformità con Dio, nella
perfetta obbedienza, cioè nella perfetta conformazione tra le due volontà, ci
ha redenti e la redenzione è sempre questo processo di portare la volontà
umana nella comunione con la volontà divina. È un processo sul quale pre-
ghiamo ogni giorno: « sia fatta la tua volontà ». E vogliamo pregare realmente
il Signore, perché ci aiuti a vedere intimamente che questa è la libertà, e ad