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Acta Benedicti Pp. XVI 345
L'alleluia pasquale, che risuona nella Chiesa pellegrina nel mondo, esprime
l'esultanza silenziosa dell'universo, e soprattutto l'anelito di ogni anima uma-
na sinceramente aperta a Dio, anzi, riconoscente per la sua infinita bontà,
bellezza e verità.
« Nella tua risurrezione, o Cristo, gioiscano i cieli e la terra ». A questo
invito alla lode, che si leva oggi dal cuore della Chiesa, i « cieli » rispondono
pienamente: le schiere degli angeli, dei santi e dei beati si uniscono unanimi
alla nostra esultanza. In Cielo tutto è pace e letizia. Ma non è cosı̀, purtroppo,
sulla terra! Qui, in questo nostro mondo, l'alleluia pasquale contrasta ancora
con i lamenti e le grida che provengono da tante situazioni dolorose: miseria,
fame, malattie, guerre, violenze. Eppure, proprio per questo Cristo è morto ed
è risorto! È morto anche a causa dei nostri peccati di oggi, ed è risorto anche
per la redenzione della nostra storia di oggi. Perciò, questo mio messaggio
vuole raggiungere tutti e, come annuncio profetico, soprattutto i popoli e le
comunità che stanno soffrendo un'ora di passione, perché Cristo Risorto apra
loro la via della libertà, della giustizia e della pace.
Possa gioire la Terra che, per prima, è stata inondata dalla luce del Ri-
sorto. Il fulgore di Cristo raggiunga anche i Popoli del Medio Oriente, affinchè
la luce della pace e della dignità umana vinca le tenebre della divisione,
dell'odio e delle violenze. In Libia la diplomazia ed il dialogo prendano il
posto delle armi e si favorisca, nell'attuale situazione conflittuale, l'accesso
dei soccorsi umanitari a quanti soffrono le conseguenze dello scontro. Nei
Paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente, tutti i cittadini - ed
in particolare i giovani - si adoperino per promuovere il bene comune e per
costruire società, dove la povertà sia sconfitta ed ogni scelta politica risulti
ispirata dal rispetto per la persona umana. Ai tanti profughi e ai rifugiati, che
provengono da vari Paesi africani e sono stati costretti a lasciare gli affetti
più cari arrivi la solidarietà di tutti; gli uomini di buona volontà siano illu-
minati ad aprire il cuore all'accoglienza, affinchè in modo solidale e concer-
tato si possa venire incontro alle necessità impellenti di tanti fratelli; a quanti
si prodigano in generosi sforzi e offrono esemplari testimonianze in questa
direzione giunga il nostro conforto e apprezzamento.
Possa ricomporsi la civile convivenza tra le popolazioni della Costa
d'Avorio, dove è urgente intraprendere un cammino di riconciliazione e di
perdono per curare le profonde ferite provocate dalle recenti violenze. Possa-
no trovare consolazione e speranza la terra del Giappone, mentre affronta le