Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale138
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale140
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale142
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale144
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale146
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale148
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale150
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale152
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale154
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale156
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale158
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale160
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale162
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale164
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale174
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale176
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Congregatio de Causis Sanctorum 181
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale182
Congregatio de Causis Sanctorum 183
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Congregatio de Causis Sanctorum 187
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Congregatio de Causis Sanctorum 189
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Acta Benedicti Pp. XVI 173
me ».11 È la stessa preghiera che troviamo nei Sinottici: « Se possibile salvami,
ma sia fatta la tua volontà »,12 che nel linguaggio giovanneo appare appunto:
« O salvami, o glorifica ». E Dio risponde: « Ti ho glorificato e ti glorificherò in
futuro ».13 Questa è la risposta, l'esaudire divino: glorificherò la Croce; è la
presenza della gloria divina, perché è l'atto supremo dell'amore. Nella Croce,
Gesù è elevato su tutta la terra e attira la terra a sé; nella Croce appare adesso
il « Kabod », la vera gloria divina del Dio che ama fino alla Croce e cosı̀ tra-
sforma la morte e crea la Resurrezione.
La preghiera di Gesù è stata esaudita, nel senso che realmente la sua
morte diventa vita, diventa il luogo da dove redime l'uomo, da dove attira
l'uomo a sé. Se la risposta divina in Giovanni dice: « ti glorificherò », significa
che questa gloria trascende e attraversa tutta la storia sempre e di nuovo:
dalla tua Croce, presente nell'Eucaristia, trasforma la morte in gloria. Questa
è la grande promessa che si realizza nella Santa Eucaristia, che apre sempre di
nuovo il cielo. Essere servitore dell'Eucaristia è, quindi, profondità del mi-
stero sacerdotale.
Ancora una breve parola, almeno su Melchisedek. È una figura misteriosa
che entra in Genesi 14 nella storia sacra: dopo la vittoria di Abramo su alcuni
Re, appare il Re di Salem, di Gerusalemme, Melchisedek, e porta pane e vino.
Una storia non commentata e un po' incomprensibile, che appare nuovamen-
te solo nel salmo 110, come già detto, ma si capisce che poi l'Ebraismo, lo
Gnosticismo e il Cristianesimo abbiano voluto riflettere profondamente su
questa parola e abbiano creato le loro interpretazioni. La Lettera agli Ebrei
non fa speculazione, ma riporta soltanto quanto dice la Scrittura e sono
diversi elementi: è Re di giustizia, abita nella pace, è Re da dove è la pace,
venera e adora il Dio Altissimo, il Creatore del cielo e della terra, e porta pane
e vino.14 Non viene commentato che qui appare il Sommo Sacerdote del Dio
Altissimo, Re della pace, che adora con pane e vino il Dio Creatore del cielo e
della terra. I Padri hanno sottolineato che è uno dei santi pagani dell'Antico
Testamento e ciò mostra che anche dal paganesimo c'è una strada verso
Cristo e i criteri sono: adorare il Dio Altissimo, il Creatore, coltivare giustizia
e pace, e venerare Dio in modo puro. Cosı̀, con questi elementi fondamentali,
11 Cfr. Gv 12, 27-28. 12 Cfr. Mt 26, 42; Mc 14, 36; Lc 22, 42. 13 Cfr. Gv 12, 28. 14 Cfr. Eb 7, 1-3; Gen 14, 18-20.