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Acta Francisci Pp. 791
di Ecclesia mater per spiegarne la natura. Essa infatti genera figli e figlie
e « li incorpora e li avvolge con il proprio amore e con le proprie cure ».4
La Chiesa senza frontiere, madre di tutti, diffonde nel mondo la cultura
dell'accoglienza e della solidarietà, secondo la quale nessuno va considerato
inutile, fuori posto o da scartare. Se vive effettivamente la sua maternità,
la comunità cristiana nutre, orienta e indica la strada, accompagna con
pazienza, si fa vicina nella preghiera e nelle opere di misericordia.
Oggi tutto questo assume un significato particolare. Infatti, in un'epoca
di così vaste migrazioni, un gran numero di persone lascia i luoghi d'origine
e intraprende il rischioso viaggio della speranza con un bagaglio pieno di
desideri e di paure, alla ricerca di condizioni di vita più umane. Non di
rado, però, questi movimenti migratori suscitano diffidenze e ostilità, anche
nelle comunità ecclesiali, prima ancora che si conoscano le storie di vita,
di persecuzione o di miseria delle persone coinvolte. In tal caso, sospetti e
pregiudizi si pongono in conflitto con il comandamento biblico di accogliere
con rispetto e solidarietà lo straniero bisognoso.
Da una parte si avverte nel sacrario della coscienza la chiamata a toccare
la miseria umana e a mettere in pratica il comandamento dell'amore che
Gesù ci ha lasciato quando si è identificato con lo straniero, con chi soffre,
con tutte le vittime innocenti di violenze e sfruttamento. Dall'altra, però, a
causa della debolezza della nostra natura, « sentiamo la tentazione di essere
cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore ».5
Il coraggio della fede, della speranza e della carità permette di ridurre
le distanze che separano dai drammi umani. Gesù Cristo è sempre in atte-
sa di essere riconosciuto nei migranti e nei rifugiati, nei profughi e negli
esuli, e anche in questo modo ci chiama a condividere le risorse, talvolta a
rinunciare a qualcosa del nostro acquisito benessere. Lo ricordava il Papa
Paolo VI, dicendo che « i più favoriti devono rinunciare ad alcuni dei loro
diritti per mettere con maggiore liberalità i loro beni al servizio degli altri ».6
Del resto, il carattere multiculturale delle società odierne incoraggia la
Chiesa ad assumersi nuovi impegni di solidarietà, di comunione e di evan-
gelizzazione. I movimenti migratori, infatti, sollecitano ad approfondire e a
rafforzare i valori necessari a garantire la convivenza armonica tra persone
4 Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 14. 5 Esort. ap. Evangelii gaudium, 270. 6 Lett. ap. Octogesima adveniens, 14 maggio 1971, 23.