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gioia di essere discepoli di Gesù. Da qui deriva anche l'esigenza di curare
sempre la vostra stessa formazione personale, a partire dall'amicizia forte
con l'unico Maestro. In questi giorni della Risurrezione, la parola che nella
preghiera mi risuonava spesso era la « Galilea », « là dove tutto incominciò »,
dice Pietro nel suo primo discorso. Le cose accadute a Gerusalemme ma che
sono incominciate in Galilea. Anche la nostra vita è incominciata in una
« Galilea »: ognuno di noi ha avuto l'esperienza della Galilea, dell'incontro
con il Signore, quell'incontro che non si dimentica, ma tante volte finisce
coperto da cose, dal lavoro, da inquietudini e anche da peccati e mondanità.
Per dare testimonianza è necessario fare spesso il pellegrinaggio alla pro-
pria Galilea, riprendere la memoria di quell'incontro, quello stupore, e da
lì ripartire. Ma se non si segue questa strada della memoria c'è il pericolo
di restare lì dove ci si trova e, anche, c'è il pericolo di non sapere perché
ci si trova lì. Questa è una disciplina di quelli e di quelle che vogliono dare
testimonianza: andare indietro alla propria Galilea, dove ho incontrato il
Signore; a quel primo stupore.
È bella la vita consacrata, è uno dei tesori più preziosi della Chiesa,
radicato nella vocazione battesimale. E dunque è bello esserne formatori,
perché è un privilegio partecipare all'opera del Padre che forma il cuore del
Figlio in coloro che lo Spirito ha chiamato. A volte si può sentire questo
servizio come un peso, come se ci sottraesse a qualcosa di più importan-
te. Ma questo è un inganno, è una tentazione. È importante la missione,
ma è altrettanto importante formare alla missione, formare alla passione
dell'annuncio, formare a quella passione dell'andare ovunque, in ogni pe-
riferia, per dire a tutti l'amore di Gesù Cristo, specialmente ai lontani,
raccontarlo ai piccoli e ai poveri, e lasciarsi anche evangelizzare da loro.
Tutto questo richiede basi solide, una struttura cristiana della personalità
che oggi le stesse famiglie raramente sanno dare. E questo aumenta la
vostra responsabilità.
Una delle qualità del formatore è quella di avere un cuore grande per
i giovani, per formare in essi cuori grandi, capaci di accogliere tutti, cuo-
ri ricchi di misericordia, pieni di tenerezza. Voi non siete solo amici e
compagni di vita consacrata di coloro che vi sono affidati, ma veri padri,
vere madri, capaci di chiedere e di dare loro il massimo. Generare una
vita, partorire una vita religiosa. E questo è possibile soltanto per mezzo
dell'amore, l'amore di padri e di madri. E non è vero che i giovani di oggi