400 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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III
Ad Dominum Sergium Mattarella, Praesidem Rei Publicae Italicae.*3
Signor Presidente, Le sono grato per la Sua visita, che Ella compie a soli due mesi da
quando i Rappresentanti del Popolo italiano L'hanno eletta alla più alta magistratura dello Stato. Tale gesto manifesta le eccellenti relazioni tra la Santa Sede e l'Italia e si pone in continuità con le visite effettuate dal Suo immediato Predecessore e con una ormai lunga tradizione, che, in particolare dal periodo conciliare, vede infittirsi le occasioni d'incontro tra le supreme Autorità civili italiane e quelle della Chiesa universale.
I Patti Lateranensi, recepiti dalla Carta Costituzionale repubblicana, e l'Accordo di Revisione dei medesimi hanno offerto un solido quadro di ri- ferimento, all'interno del quale si sono pacificamente sviluppati e rafforzati i rapporti tra l'Italia e la Santa Sede, garantendo la reciproca sovranità e indipendenza e al tempo stesso il mutuo orientamento alla fattiva collabo- razione, sulla base di valori condivisi e in vista del bene comune.
È fondamentale infatti che, nella distinzione dei ruoli e delle competenze e nel pieno rispetto delle reciproche funzioni, sia sempre sentita la necessità di una rinnovata collaborazione, finalizzata ad unire le forze per il bene di tutti i cittadini, che hanno il diritto a tale concordia, da cui derivano innumerevoli benefici.
La Chiesa offre a tutti la bellezza del Vangelo e del suo messaggio di salvezza, e ha bisogno, per svolgere la sua missione spirituale, di condizioni di pace e tranquillità, che solo i pubblici poteri possono promuovere.
D'altro canto, questi ultimi, a cui primariamente spetta di predisporre le condizioni di uno sviluppo equo e sostenibile affinché la società civile dispieghi tutte le sue potenzialità, trovano nell'impegno e nella leale collabo- razione della Chiesa un valido e utile sostegno per la loro azione. La reciproca autonomia infatti non fa venir meno ma esalta la comune responsabilità per l'essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità, che tutti abbiamo il compito di servire con umiltà e dedizione.
Ne deriva che un sano pluralismo non si chiuderà allo specifico apporto offerto dalle varie componenti ideali e religiose che compongono la società,
* Die 18 Aprilis 2015.