2 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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24 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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Acta Francisci Pp. 5
di una città è come un mosaico le cui tessere sono tutti coloro che vi abitano.
Certo, chi è investito di autorità ha maggiore responsabilità, ma ciascuno di noi
è corresponsabile, nel bene e nel male.
Roma è una città di una bellezza unica. Il suo patrimonio spirituale e cul-
turale è straordinario. Eppure, anche a Roma ci sono tante persone segnate da
miserie materiali e morali, persone povere, infelici, sofferenti, che interpellano
la coscienza di ogni cittadino. A Roma forse sentiamo più forte questo contra-
sto tra l'ambiente maestoso e carico di bellezza artistica, e il disagio sociale di
chi fa più fatica. Roma è una città piena di turisti, ma anche piena di rifugiati.
Roma è piena di gente che lavora, ma anche di persone che non trovano lavoro
o svolgono lavori sottopagati e a volte indegni; e tutti hanno il diritto ad essere
trattati con lo stesso atteggiamento di accoglienza e di equità, perché ognuno è
portatore di dignità umana. È l'ultimo giorno dell'anno. Che cosa faremo, come
agiremo nel prossimo anno, per rendere un poco migliore la nostra Città? La
Roma dell'anno nuovo avrà un volto ancora più bello se sarà ancora più ricca di
umanità, ospitale, accogliente; se tutti noi saremo attenti e generosi verso chi
è in difficoltà; se sapremo collaborare con spirito costruttivo e solidale, per il
bene di tutti. La Roma dell'anno nuovo sarà migliore se non ci saranno persone
che la guardano « da lontano », in cartolina, che guardano la sua vita solo « dal
balcone », senza coinvolgersi in tanti problemi umani, problemi di uomini e donne
che, alla fine… e dal principio, lo vogliamo o no, sono nostri fratelli. In questa
prospettiva, la Chiesa di Roma si sente impegnata a dare il proprio contributo alla
vita e al futuro della Città - è il suo dovere! -, si sente impegnata ad animarla
con il lievito del Vangelo, ad essere segno e strumento della misericordia di Dio.
Questa sera concludiamo l'Anno del Signore 2013 ringraziando e anche chie-
dendo perdono. Le due cose insieme: ringraziare e chiedere perdono. Ringraziamo
per tutti i benefici che Dio ci ha elargito, e soprattutto per la sua pazienza e la
sua fedeltà, che si manifestano nel succedersi dei tempi, ma in modo singolare
nella pienezza del tempo, quando « Dio mandò il suo Figlio, nato da donna ».2 La
Madre di Dio, nel cui nome domani inizieremo un nuovo tratto del nostro pelle-
grinaggio terreno, ci insegni ad accogliere il Dio fatto uomo, perché ogni anno,
ogni mese, ogni giorno sia colmo del suo eterno Amore. Così sia!
2 Gal 4, 4.