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gitale: la parzialità dell'interazione, la tendenza a comunicare solo alcune
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Congregatio pro Doctrina Fidei 129
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e di ogni luogo. In altri termini, potremmo dire che essi rappresentano anche
le dimensioni fondamentali dell'unità del Corpo visibile della Chiesa.
Dobbiamo essere riconoscenti perché, nel corso degli ultimi decenni, il
movimento ecumenico, « sorto per impulso della grazia dello Spirito Santo »,3
ha fatto significativi passi in avanti, che hanno reso possibile raggiungere
incoraggianti convergenze e consensi su svariati punti, sviluppando tra le
Chiese e le Comunità ecclesiali rapporti di stima e rispetto reciproco, come
pure di collaborazione concreta di fronte alle sfide del mondo contemporaneo.
Sappiamo bene, tuttavia, che siamo ancora lontani da quella unità per la
quale Cristo ha pregato e che troviamo riflessa nel ritratto della prima co-
munità di Gerusalemme. L'unità alla quale Cristo, mediante il suo Spirito,
chiama la Chiesa non si realizza solo sul piano delle strutture organizzative,
ma si configura, ad un livello molto più profondo, come unità espressa « nella
confessione di una sola fede, nella comune celebrazione del culto divino e nella
fraterna concordia della famiglia di Dio ».4 La ricerca del ristabilimento del-
l'unità tra i cristiani divisi non può pertanto ridursi ad un riconoscimento
delle reciproche differenze ed al conseguimento di una pacifica convivenza:
ciò a cui aneliamo è quell'unità per cui Cristo stesso ha pregato e che per sua
natura si manifesta nella comunione della fede, dei sacramenti, del ministero.
Il cammino verso questa unità deve essere avvertito come imperativo morale,
risposta ad una precisa chiamata del Signore. Per questo occorre vincere la
tentazione della rassegnazione e del pessimismo, che è mancanza di fiducia
nella potenza dello Spirito Santo. Il nostro dovere è proseguire con passione il
cammino verso questa meta con un dialogo serio e rigoroso per approfondire
il comune patrimonio teologico, liturgico e spirituale; con la reciproca cono-
scenza; con la formazione ecumenica delle nuove generazioni e, soprattutto,
con la conversione del cuore e con la preghiera. Infatti, come ha dichiarato
il Concilio Vaticano II, il « santo proposito di riconciliare tutti i cristiani
nell'unità di una sola e unica Chiesa di Cristo, supera le forze e le doti umane »
e, perciò, la nostra speranza va riposta per prima cosa « nell'orazione di
Cristo per la Chiesa, nell'amore del Padre per noi e nella potenza dello
Spirito Santo ».5
3 Unitatis redintegratio, 1. 4 Ibid., 2. 5 Ibid., 24.