Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale88
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale122
gitale: la parzialità dell'interazione, la tendenza a comunicare solo alcune
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale126
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Congregatio pro Doctrina Fidei 129
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Congregatio pro Doctrina Fidei 131
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Congregatio pro Doctrina Fidei 133
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Congregatio de Causis Sanctorum 141
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Congregatio de Causis Sanctorum 143
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Acta Benedicti Pp. XVI 95
In questo cammino di ricerca della piena unità visibile tra tutti i cristiani
ci accompagna e ci sostiene l'Apostolo Paolo, del quale quest'oggi celebriamo
solennemente la Festa della Conversione. Egli, prima che gli apparisse
il Risorto sulla via di Damasco dicendogli: « Io sono Gesù, che tu perseguiti! »,6
era uno tra i più accaniti avversari delle prime comunità cristiane. L'evan-
gelista Luca descrive Saulo tra coloro che approvarono l'uccisione di Stefano,
nei giorni in cui scoppiò una violenta persecuzione contro i cristiani di Geru-
salemme.7 Dalla Città Santa Saulo partı̀ per estendere la persecuzione dei
cristiani fino in Siria e, dopo la sua conversione, vi ritornò per essere intro-
dotto presso gli Apostoli da Barnaba, il quale si fece garante dell'autenticità
del suo incontro con il Signore. Da allora Paolo fu ammesso, non solo come
membro della Chiesa, ma anche come predicatore del Vangelo assieme agli
altri Apostoli, avendo ricevuto, come loro, la manifestazione del Signore
Risorto e la chiamata speciale ad essere « strumento eletto » per portare il
suo nome dinanzi ai popoli.8 Nei suoi lunghi viaggi missionari Paolo, pere-
grinando per città e regioni diverse, non dimenticò mai il legame di comu-
nione con la Chiesa di Gerusalemme. La colletta in favore dei cristiani di
quella comunità, i quali, molto presto, ebbero bisogno di essere soccorsi,9
occupò un posto importante nelle preoccupazioni di Paolo, che la considerava
non solo un'opera di carità, ma il segno e la garanzia dell'unità e della comu-
nione tra le Chiese da lui fondate e quella primitiva Comunità della Città
Santa, un segno dell'unità dell'unica Chiesa di Cristo.
In questo clima di intensa preghiera, desidero rivolgere il mio cordiale
saluto a tutti i presenti: al Cardinale Francesco Monterisi, Arciprete di questa
Basilica, al Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la
Promozione dell'Unità dei Cristiani, e agli altri Cardinali, ai Fratelli nell'epi-
scopato e nel sacerdozio, all'Abate ed ai monaci benedettini di questa antica
comunità, ai religiosi e alle religiose, ai laici che rappresentano l'intera comu-
nità diocesana di Roma. In modo speciale vorrei salutare i Fratelli e le Sorelle
delle altre Chiese e Comunità ecclesiali qui rappresentate questa sera. Tra essi
mi è particolarmente gradito rivolgere il mio saluto ai membri della Commis-
sione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e
6 At 9, 5. 7 Cfr. At 8, 1. 8 Cfr. At 9, 15. 9 Cfr. 1 Cor 16, 1.