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Acta Benedicti Pp. XVI 275
tale cambio di veste. Questa vita, che comunque è votata alla morte, il
battezzando la consegna alla morte, insieme con Cristo, e da Lui si lascia
trascinare e tirare su nella vita nuova che lo trasforma per l'eternità. Poi,
risalendo dalle acque battesimali, i neofiti venivano rivestiti con la veste
bianca, la veste di luce di Dio, e ricevevano la candela accesa come segno
della nuova vita nella luce che Dio stesso aveva accesa in essi. Lo sapevano:
avevano ottenuto il farmaco dell'immortalità, che ora, nel momento di rice-
vere la santa Comunione, prendeva pienamente forma. In essa riceviamo il
Corpo del Signore risorto e veniamo, noi stessi, attirati in questo Corpo, cosı̀
che siamo già custoditi in Colui che ha vinto la morte e ci porta attraverso
la morte.
Nel corso dei secoli, i simboli sono diventati più scarsi, ma l'avvenimento
essenziale del Battesimo è tuttavia rimasto lo stesso. Esso non è solo un
lavacro, ancor meno un'accoglienza un po' complicata in una nuova associa-
zione. È morte e risurrezione, rinascita alla nuova vita.
Sı̀, l'erba medicinale contro la morte esiste. Cristo è l'albero della vita reso
nuovamente accessibile. Se ci atteniamo a Lui, allora siamo nella vita. Per
questo canteremo in questa notte della risurrezione, con tutto il cuore, l'al-
leluia, il canto della gioia che non ha bisogno di parole. Per questo Paolo può
dire ai Filippesi: « Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti! ».4 La
gioia non la si può comandare. La si può solo donare. Il Signore risorto ci
dona la gioia: la vera vita. Noi siamo ormai per sempre custoditi nell'amore di
Colui al quale è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.5 Cosı̀ chiediamo,
certi di essere esauditi, con la preghiera sulle offerte che la Chiesa eleva in
questa notte: Accogli, Signore, le preghiere del tuo popolo insieme con le
offerte sacrificali, perché ciò che con i misteri pasquali ha avuto inizio ci
giovi, per opera tua, come medicina per l'eternità. Amen.
4 Fil 4, 4. 5 Cfr. Mt 28, 18.