ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 293

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 Acta Benedicti Pp. XVI 297

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale298

 Acta Benedicti Pp. XVI 299

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale300

 Acta Benedicti Pp. XVI 301

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale302

 Acta Benedicti Pp. XVI 303

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale304

 Acta Benedicti Pp. XVI 305

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale306

 Congregatio pro Episcopis 307

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale308

 Diarium Romanae Curiae 309

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale310

 Diarium Romanae Curiae 311

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale312

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale272

HOMILIAE

I

In sancta nocte Vigiliae Paschalis.*

Cari fratelli e sorelle,

un'antica leggenda giudaica tratta dal libro apocrifo « La vita di Adamo

ed Eva » racconta che Adamo, nella sua ultima malattia, avrebbe mandato il

figlio Set insieme con Eva nella regione del Paradiso a prendere l'olio della

misericordia, per essere unto con questo e cosı̀ guarito. Dopo tutto il pregare e

il piangere dei due in cerca dell'albero della vita, appare l'Arcangelo Michele

per dire loro che non avrebbero ottenuto l'olio dell'albero della misericordia e

che Adamo sarebbe dovuto morire. Più tardi, lettori cristiani hanno aggiunto

a questa comunicazione dell'Arcangelo una parola di consolazione. L'Arcan-

gelo avrebbe detto che dopo 5.500 anni sarebbe venuto l'amorevole Re Cristo,

il Figlio di Dio, e avrebbe unto con l'olio della sua misericordia tutti coloro

che avrebbero creduto in Lui. « L'olio della misericordia di eternità in eternità

sarà dato a quanti dovranno rinascere dall'acqua e dallo Spirito Santo. Allora

il Figlio di Dio ricco d'amore, Cristo, discenderà nelle profondità della terra e

condurrà tuo padre nel Paradiso, presso l'albero della misericordia ». In que-

sta leggenda diventa visibile tutta l'afflizione dell'uomo di fronte al destino di

malattia, dolore e morte che ci è stato imposto. Si rende evidente la resistenza

che l'uomo oppone alla morte: da qualche parte - hanno ripetutamente

pensato gli uomini - dovrebbe pur esserci l'erba medicinale contro la morte.

Prima o poi dovrebbe essere possibile trovare il farmaco non soltanto contro

questa o quella malattia, ma contro la vera fatalità - contro la morte.

Dovrebbe, insomma, esistere la medicina dell'immortalità. Anche oggi gli

uomini sono alla ricerca di tale sostanza curativa. Pure la scienza medica

attuale cerca, anche se non proprio di escludere la morte, di eliminare tutta-

via il maggior numero possibile delle sue cause, di rimandarla sempre di più;

di procurare una vita sempre migliore e più lunga. Ma riflettiamo ancora un

momento: come sarebbe veramente, se si riuscisse, magari non ad escludere

totalmente la morte, ma a rimandarla indefinitamente, a raggiungere un'età

di parecchie centinaia di anni? Sarebbe questa una cosa buona? L'umanità

* Die 3 Aprilis 2010.