ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 269

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 Acta Benedicti Pp. XVI 271

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale272

 Acta Benedicti Pp. XVI 273

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 Acta Benedicti Pp. XVI 275

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale276

 Acta Benedicti Pp. XVI 277

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 Acta Benedicti Pp. XVI 279

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 Acta Benedicti Pp. XVI 281

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale282

 Acta Benedicti Pp. XVI 283

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 Acta Benedicti Pp. XVI 285

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale286

 Acta Benedicti Pp. XVI 287

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale288

 Acta Benedicti Pp. XVI 289

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale290

 Acta Benedicti Pp. XVI 291

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale292

 Acta Benedicti Pp. XVI 293

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale294

 Acta Benedicti Pp. XVI 295

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale296

 Acta Benedicti Pp. XVI 297

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale298

 Acta Benedicti Pp. XVI 299

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale300

 Acta Benedicti Pp. XVI 301

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale302

 Acta Benedicti Pp. XVI 303

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale304

 Acta Benedicti Pp. XVI 305

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale306

 Congregatio pro Episcopis 307

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale308

 Diarium Romanae Curiae 309

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale310

 Diarium Romanae Curiae 311

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale312

Acta Benedicti Pp. XVI 301

Vangelo di san Marco, e con lui concordano gli altri Evangelisti. Da quel

momento, Gesù rimase nel sepolcro fino all'alba del giorno dopo il sabato, e

la Sindone di Torino ci offre l'immagine di com'era il suo corpo disteso nella

tomba durante quel tempo, che fu breve cronologicamente (circa un giorno e

mezzo), ma fu immenso, infinito nel suo valore e nel suo significato.

Il Sabato Santo è il giorno del nascondimento di Dio, come si legge in

un'antica Omelia: « Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c'è grande silenzio,

grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme ... Dio è

morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi ».2 Nel Credo,

noi professiamo che Gesù Cristo « fu crocifisso sotto Ponzio Pilato, morı̀ e

fu sepolto, discese agli inferi, e il terzo giorno risuscitò da morte ».

Cari fratelli e sorelle, nel nostro tempo, specialmente dopo aver attraver-

sato il secolo scorso, l'umanità è diventata particolarmente sensibile al mi-

stero del Sabato Santo. Il nascondimento di Dio fa parte della spiritualità

dell'uomo contemporaneo, in maniera esistenziale, quasi inconscia, come un

vuoto nel cuore che è andato allargandosi sempre di più. Sul finire dell'Otto-

cento, Nietzsche scriveva: «Dio è morto! E noi l'abbiamo ucciso! ». Questa

celebre espressione, a ben vedere, è presa quasi alla lettera dalla tradizione

cristiana, spesso la ripetiamo nella Via Crucis, forse senza renderci pienamen-

te conto di ciò che diciamo. Dopo le due guerre mondiali, i lager e i gulag,

Hiroshima e Nagasaki, la nostra epoca è diventata in misura sempre maggio-

re un Sabato Santo: l'oscurità di questo giorno interpella tutti coloro che si

interrogano sulla vita, in modo particolare interpella noi credenti. Anche noi

abbiamo a che fare con questa oscurità.

E tuttavia la morte del Figlio di Dio, di Gesù di Nazaret ha un aspetto

opposto, totalmente positivo, fonte di consolazione e di speranza. E questo

mi fa pensare al fatto che la sacra Sindone si comporta come un documento

« fotografico », dotato di un « positivo » e di un « negativo ». E in effetti è

proprio cosı̀: il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno

più luminoso di una speranza che non ha confini. Il Sabato Santo è la « terra

di nessuno » tra la morte e la risurrezione, ma in questa « terra di nessuno » è

entrato Uno, l'Unico, che l'ha attraversata con i segni della sua Passione per

l'uomo: «Passio Christi. Passio hominis ». E la Sindone ci parla esattamente di

quel momento, sta a testimoniare precisamente quell'intervallo unico e irri-

petibile nella storia dell'umanità e dell'universo, in cui Dio, in Gesù Cristo, ha

2 Omelia sul Sabato Santo, PG 43, 439.