ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale298

 Acta Benedicti Pp. XVI 299

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 Acta Benedicti Pp. XVI 301

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale302

 Acta Benedicti Pp. XVI 303

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale304

 Acta Benedicti Pp. XVI 305

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale306

 Congregatio pro Episcopis 307

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale308

 Diarium Romanae Curiae 309

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale310

 Diarium Romanae Curiae 311

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale312

Acta Benedicti Pp. XVI 273

invecchierebbe in misura straordinaria, per la gioventù non ci sarebbe più

posto. Si spegnerebbe la capacità dell'innovazione e una vita interminabile

sarebbe non un paradiso, ma piuttosto una condanna. La vera erba medici-

nale contro la morte dovrebbe essere diversa. Non dovrebbe portare sempli-

cemente un prolungamento indefinito di questa vita attuale. Dovrebbe tra-

sformare la nostra vita dal di dentro. Dovrebbe creare in noi una vita nuova,

veramente capace di eternità: dovrebbe trasformarci in modo tale da non

finire con la morte, ma da iniziare solo con essa in pienezza. Ciò che è nuovo

ed emozionante del messaggio cristiano, del Vangelo di Gesù Cristo, era ed è

tuttora questo, che ci viene detto: sı̀, quest'erba medicinale contro la morte,

questo vero farmaco dell'immortalità esiste. È stato trovato. È accessibile.

Nel Battesimo questa medicina ci viene donata. Una vita nuova inizia in noi,

una vita nuova che matura nella fede e non viene cancellata dalla morte della

vecchia vita, ma che solo allora viene portata pienamente alla luce.

A questo alcuni, forse molti risponderanno: il messaggio, certo, lo sento,

però mi manca la fede. E anche chi vuole credere chiederà: ma è davvero cosı̀?

Come dobbiamo immaginarcelo? Come si svolge questa trasformazione della

vecchia vita, cosı̀ che si formi in essa la vita nuova che non conosce la morte?

Ancora una volta un antico scritto giudaico può aiutarci ad avere un'idea di

quel processo misterioso che inizia in noi col Battesimo. Lı̀ si racconta come il

progenitore Enoch venne rapito fino al trono di Dio. Ma egli si spaventò di

fronte alle gloriose potestà angeliche e, nella sua debolezza umana, non poté

contemplare il Volto di Dio. « Allora Dio disse a Michele - cosı̀ prosegue il

libro di Enoch -: "Prendi Enoch e togligli le vesti terrene. Ungilo con olio

soave e rivestilo con abiti di gloria!" E Michele mi tolse le mie vesti, mi unse

di olio soave, e quest'olio era più di una luce radiosa... Il suo splendore era

simile ai raggi del sole. Quando mi guardai, ecco che ero come uno degli esseri

gloriosi ».1

Precisamente questo - l'essere rivestiti col nuovo abito di Dio - avviene

nel Battesimo; cosı̀ ci dice la fede cristiana. Certo, questo cambio delle vesti è

un percorso che dura tutta la vita. Ciò che avviene nel Battesimo è l'inizio di

un processo che abbraccia tutta la nostra vita - ci rende capaci di eternità,

cosı̀ che nell'abito di luce di Gesù Cristo possiamo apparire al cospetto di Dio

e vivere con Lui per sempre.

1 Ph. Rech, Inbild des Kosmos, II 524.