Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale88
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale90
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale92
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale94
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale122
gitale: la parzialità dell'interazione, la tendenza a comunicare solo alcune
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale126
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Congregatio pro Doctrina Fidei 129
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Congregatio pro Doctrina Fidei 131
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Congregatio pro Doctrina Fidei 133
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Congregatio de Causis Sanctorum 141
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Congregatio de Causis Sanctorum 143
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Congregatio de Institutione Catholica 145
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Congregatio de Institutione Catholica 161
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Acta Benedicti Pp. XVI 97
È interessante osservare da vicino questo ingresso del Bambino Gesù nella
solennità del tempio, in un grande « via vai » di tante persone, prese dai loro
impegni: i sacerdoti e i leviti con i loro turni di servizio, i numerosi devoti e
pellegrini, desiderosi di incontrarsi con il Dio santo di Israele. Nessuno di
questi però si accorge di nulla. Gesù è un bambino come gli altri, figlio
primogenito di due genitori molto semplici. Anche i sacerdoti risultano inca-
paci di cogliere i segni della nuova e particolare presenza del Messia e Salva-
tore. Solo due anziani, Simeone ed Anna, scoprono la grande novità. Condotti
dallo Spirito Santo, essi trovano in quel Bambino il compimento della loro
lunga attesa e vigilanza. Entrambi contemplano la luce di Dio, che viene ad
illuminare il mondo, ed il loro sguardo profetico si apre al futuro, come
annuncio del Messia: «Lumen ad revelationem gentium! ».5 Nell'atteggiamento
profetico dei due vegliardi è tutta l'Antica Alleanza che esprime la gioia
dell'incontro con il Redentore. Alla vista del Bambino, Simeone e Anna
intuiscono che è proprio Lui l'Atteso.
La Presentazione di Gesù al tempio costituisce un'eloquente icona della
totale donazione della propria vita per quanti, uomini e donne, sono chiamati
a riprodurre nella Chiesa e nel mondo, mediante i consigli evangelici, « i tratti
caratteristici di Gesù vergine, povero ed obbediente ».6 Perciò la Festa odierna
è stata scelta dal Venerabile Giovanni Paolo II per celebrare l'annuale Gior-
nata della Vita Consacrata. In questo contesto, rivolgo un saluto cordiale e
riconoscente al Monsignor João Braz de Aviz, che da poco ho nominato
Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e per le So-
cietà di Vita Apostolica, con il Segretario e i collaboratori. Con affetto saluto i
Superiori Generali presenti e tutte le persone consacrate.
Vorrei proporre tre brevi pensieri per la riflessione in questa Festa.
Il primo: l'icona evangelica della Presentazione di Gesù al tempio contiene
il simbolo fondamentale della luce; la luce che, partendo da Cristo, si irradia
su Maria e Giuseppe, su Simeone ed Anna e, attraverso di loro, su tutti. I
Padri della Chiesa hanno collegato questa irradiazione al cammino spirituale.
La vita consacrata esprime tale cammino, in modo speciale, come « filocalia »,
amore per la bellezza divina, riflesso della bontà di Dio.7 Sul volto di Cristo
risplende la luce di tale bellezza. « La Chiesa contempla il volto trasfigurato di
Cristo, per confermarsi nella fede e non rischiare lo smarrimento davanti al
5 Lc 2, 32. 6 Esort. ap. postsinodale Vita consecrata, 1. 7 Cfr. ibid., 19.