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II
Ad participes Pontificiae Commissionis Biblicae.*
Cari fratelli e sorelle,
non ho trovato il tempo di preparare una vera omelia. Vorrei soltanto
invitare ciascuno alla personale meditazione proponendo e sottolineando al-
cune frasi della Liturgia odierna, che si offrono al dialogo orante tra noi e la
Parola di Dio. La parola, la frase che vorrei proporre alla comune meditazio-
ne è questa grande affermazione di san Pietro: « Bisogna obbedire a Dio
invece che agli uomini ».1 San Pietro sta davanti alla suprema istituzione
religiosa, alla quale normalmente si dovrebbe obbedire, ma Dio sta al di sopra
di questa istituzione e Dio gli ha dato un altro « ordinamento »: deve obbedire
a Dio. L'obbedienza a Dio è la libertà, l'obbedienza a Dio gli dà la libertà di
opporsi all'istituzione.
E qui gli esegeti attirano la nostra attenzione sul fatto che la risposta di
san Pietro al Sinedrio è quasi fino ad verbum identica alla risposta di Socrate
al giudizio nel tribunale di Atene. Il tribunale gli offre la libertà, la libera-
zione, a condizione però che non continui a ricercare Dio. Ma cercare Dio, la
ricerca di Dio è per lui un mandato superiore, viene da Dio stesso. E una
libertà comprata con la rinuncia al cammino verso Dio non sarebbe più
libertà. Quindi deve obbedire non a questi giudici - non deve comprare la
sua vita perdendo se stesso - ma deve obbedire a Dio. L'obbedienza a Dio ha
il primato.
Qui è importante sottolineare che si tratta di obbedienza e che è proprio
l'obbedienza che dà libertà. Il tempo moderno ha parlato della liberazione
dell'uomo, della sua piena autonomia, quindi anche della liberazione dall'ob-
bedienza a Dio. L'obbedienza non dovrebbe più esserci, l'uomo è libero, è
autonomo: nient'altro. Ma questa autonomia è una menzogna: è una menzo-
gna ontologica, perché l'uomo non esiste da se stesso e per se stesso, ed è
anche una menzogna politica e pratica, perché la collaborazione, la condivi-
sione della libertà è necessaria. E se Dio non esiste, se Dio non è un'istanza
* Die 16 Aprilis 2010. Texus hic viva voce, sinc scripto, a Summo Pontifice est prolatus.
1 At 5, 29.