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Acta Benedicti Pp. XVI 277
accessibile all'uomo, rimane come suprema istanza solo il consenso della
maggioranza. Di conseguenza, il consenso della maggioranza diventa l'ultima
parola alla quale dobbiamo obbedire. E questo consenso - lo sappiamo dalla
storia del secolo scorso - può essere anche un « consenso nel male ».
Cosı̀ vediamo che la cosiddetta autonomia non libera veramente l'uomo.
L'obbedienza verso Dio è la libertà, perché è la verità, è l'istanza che si pone
di fronte a tutte le istanze umane. Nella storia dell'umanità queste parole di
Pietro e di Socrate sono il vero faro della liberazione dell'uomo, che sa vedere
Dio e, in nome di Dio, può è deve obbedire non tanto agli uomini, ma a Lui e
liberarsi, cosı̀, dal positivismo dell'obbedienza umana. Le dittature sono state
sempre contro questa obbedienza a Dio. La dittatura nazista, come quella
marxista, non possono accettare un Dio che sia al di sopra del potere ideolo-
gico; e la libertà dei martiri, che riconoscono Dio, proprio nell'obbedienza al
potere divino, è sempre l'atto di liberazione nel quale giunge a noi la libertà
di Cristo.
Oggi, grazie a Dio, non viviamo sotto dittature, ma esistono forme sottili
di dittatura: un conformismo che diventa obbligatorio, pensare come pensano
tutti, agire come agiscono tutti, e le sottili aggressioni contro la Chiesa, o
anche quelle meno sottili, dimostrano come questo conformismo possa real-
mente essere una vera dittatura. Per noi vale questo: si deve obbedire più a
Dio che agli uomini. Ma ciò suppone che conosciamo veramente Dio e che
vogliamo veramente obbedire a Lui. Dio non è un pretesto per la propria
volontà, ma è realmente Lui che ci chiama e ci invita, se fosse necessario,
anche al martirio. Perciò, confrontati con questa parola che inizia una nuova
storia di libertà nel mondo, preghiamo soprattutto di conoscere Dio, di cono-
scere umilmente e veramente Dio e, conoscendo Dio, di imparare la vera
obbedienza che è il fondamento della libertà umana.
Scegliamo una seconda parola dalla Prima Lettura: san Pietro dice che
Dio ha innalzato Cristo alla sua destra come capo e salvatore.2 Capo è tra-
duzione del termine greco archegos, che implica una visione molto più dina-
mica: archegos è colui che mostra la strada, che precede, è un movimento, un
movimento verso l'alto. Dio lo ha innalzato alla sua destra - quindi parlare
di Cristo come archegos vuol dire che Cristo cammina avanti a noi, ci precede,
2 Cfr. v. 31.