alla Chiesa, fedeltà che avete manifestato « a volte anche a prezzo di gravi
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cogeretur sicut et, nervis oculariis praesertim a dextera parte laborans, fa-
Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis
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Acta Benedicti Pp. XVI 567
una Chiesa « indipendente », in ambito religioso, dalla Santa Sede è incompa-
tibile con la dottrina cattolica.
Sono consapevole delle gravi difficoltà, alle quali dovete far fronte nella
suddetta situazione per mantenervi fedeli a Cristo, alla sua Chiesa e al Suc-
cessore di Pietro. Ricordandovi che - come già affermava san Paolo (cfr
Rm 8, 35-39) - nessuna difficoltà può separarci dall'amore di Cristo, nutro
la fiducia che saprete fare tutto il possibile, confidando nella grazia del Si-
gnore, per salvaguardare l'unità e la comunione ecclesiale anche a costo di
grandi sacrifici.
Molti membri dell'Episcopato cinese, che in questi ultimi decenni hanno
guidato la Chiesa, hanno offerto, e offrono, alle proprie comunità e alla Chiesa
universale una luminosa testimonianza. Ancora una volta, sgorga dal cuore
un inno di lode e di ringraziamento al «Pastore supremo » del gregge (1 Pt 5, 4):
non si può infatti dimenticare che molti di loro hanno subito la persecuzione e
sono stati impediti nell'esercizio del loro ministero, e alcuni di loro hanno reso
feconda la Chiesa con l'effusione del proprio sangue. I nuovi tempi e la con-
seguente sfida della nuova evangelizzazione pongono in risalto la funzione del
ministero episcopale. Come diceva Giovanni Paolo II ai Pastori di ogni parte
del mondo convenuti a Roma per la celebrazione del Giubileo, « il Pastore è il
primo responsabile e animatore della comunità ecclesiale sia nell'esigenza di
comunione che nella proiezione missionaria. Di fronte al relativismo e al
soggettivismo che inquinano tanta parte della cultura contemporanea, i Ve-
scovi sono chiamati a difendere e promuovere l'unità dottrinale dei loro
fedeli. Solleciti per ogni situazione in cui la fede è smarrita o ignorata, essi
si adoperano con tutte le forze in favore dell'evangelizzazione, preparando a
tal fine sacerdoti, religiosi e laici e mettendo a disposizione le necessarie
risorse ».37
Nella medesima occasione il mio venerato Predecessore ricordava che « il
Vescovo, successore degli Apostoli, è uno per il quale Cristo è tutto. Con
Paolo egli può ripetere ogni giorno: "Per me vivere è Cristo... (Fil 1, 21)".
Questo egli deve testimoniare con tutto il suo comportamento. Il Concilio
Vaticano II insegna: "I Vescovi devono compiere il loro dovere apostolico come
testimoni di Cristo davanti a tutti gli uomini" (Decr. Christus Dominus, 11) ».38
37 Omelia per il Giubileo dei Vescovi (8 ottobre 2000), n. 5: AAS 93 (2001), 28. Cfr Conc.
Ecum. Vat. II, Decr. Christus Dominus sull'ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa, n. 6. 38 Giovanni Paolo II, Omelia per il Giubileo dei Vescovi (8 ottobre 2000), n. 4: AAS 93
(2001), 27.