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Acta Benedicti Pp. XVI 279
Poi soffermiamoci ancora su un versetto: Cristo, il Salvatore, ha dato a
Israele conversione e perdono dei peccati 3 - nel testo greco il termine è
metanoia - ha dato penitenza e perdono dei peccati. Questa per me è un'os-
servazione molto importante: la penitenza è una grazia. C'è una tendenza in
esegesi che dice: Gesù in Galilea avrebbe annunciato una grazia senza condi-
zione, assolutamente incondizionata, quindi anche senza penitenza, grazia
come tale, senza precondizioni umane. Ma questa è una falsa interpretazione
della grazia. La penitenza è grazia; è una grazia che noi riconosciamo il nostro
peccato, è una grazia che conosciamo di aver bisogno di rinnovamento, di
cambiamento, di una trasformazione del nostro essere. Penitenza, poter fare
penitenza, è il dono della grazia. E devo dire che noi cristiani, anche negli
ultimi tempi, abbiamo spesso evitato la parola penitenza, ci appariva troppo
dura. Adesso, sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati,
vediamo che poter fare penitenza è grazia. E vediamo che è necessario far
penitenza, cioè riconoscere quanto è sbagliato nella nostra vita, aprirsi al
perdono, prepararsi al perdono, lasciarsi trasformare. Il dolore della peniten-
za, cioè della purificazione, della trasformazione, questo dolore è grazia, per-
ché è rinnovamento, è opera della misericordia divina. E cosı̀ queste due cose
che dice san Pietro - penitenza e perdono - corrispondono all'inizio della
predicazione di Gesù: metanoeite, cioè convertitevi.4 Quindi questo è il punto
fondamentale: la metanoia non è una cosa privata, che parrebbe sostituita
dalla grazia, ma la metanoia è l'arrivo della grazia che ci trasforma.
E infine una parola del Vangelo, dove ci viene detto che chi crede avrà la
vita eterna.5 Nella fede, in questo « trasformarsi » che la penitenza dona, in
questa conversione, in questa nuova strada del vivere, arriviamo alla vita,
alla vera vita. E qui mi vengono in mente due altri testi. Nella « Preghiera
sacerdotale » il Signore dice: questa è la vita, conoscere te e il tuo consacrato.6
Conoscere l'essenziale, conoscere la Persona decisiva, conoscere Dio e il suo
Inviato è vita, vita e conoscenza, conoscenza di realtà che sono la vita. E
l'altro testo è la risposta del Signore ai Sadducei circa la Risurrezione, dove,
dai libri di Mosè, il Signore prova il fatto della Risurrezione dicendo: Dio è il
3 v. 31. 4 Cfr. Mc 1, 15. 5 Cfr. Gv 3, 36. 6 Cfr. Gv 17, 3.