alla Chiesa, fedeltà che avete manifestato « a volte anche a prezzo di gravi
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cogeretur sicut et, nervis oculariis praesertim a dextera parte laborans, fa-
Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis
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Acta Benedicti Pp. XVI 571
pastori delle comunità cattoliche locali, attesi i risvolti sociali che - in Cina
come nel resto del mondo - tale funzione ha anche nel campo civile. Dal-
l'altro lato, la Santa Sede segue con speciale cura la nomina dei Vescovi
poiché questa tocca il cuore stesso della vita della Chiesa in quanto la nomina
dei Vescovi da parte del Papa è garanzia dell'unità della Chiesa e della co-
munione gerarchica. Per questo motivo il Codice di Diritto Canonico (cfr can.
1382) stabilisce gravi sanzioni sia per il Vescovo che conferisce liberamente
l'ordinazione episcopale senza mandato apostolico sia per colui che la riceve:
tale ordinazione rappresenta infatti una dolorosa ferita alla comunione eccle-
siale e una grave violazione della disciplina canonica.
Il Papa, quando concede il mandato apostolico per l'ordinazione di un
Vescovo, esercita la sua suprema autorità spirituale: autorità ed intervento,
che rimangono nell'ambito strettamente religioso. Non si tratta quindi di
un'autorità politica, che si intromette indebitamente negli affari interni di
uno Stato e ne lede la sovranità.
La nomina di Pastori per una determinata comunità religiosa è intesa,
anche in documenti internazionali, come un elemento costitutivo del pieno
esercizio del diritto alla libertà religiosa.43 La Santa Sede amerebbe essere
completamente libera nella nomina dei Vescovi; 44 pertanto, considerando il
recente cammino peculiare della Chiesa in Cina, auspico che si trovi un ac-
43 A livello universale si vedano, per esempio, le disposizioni dell'art. 18, paragrafo 1, del-
l'International Covenant on Civil and Political Rights del 16 dicembre 1966 («Everyone shall have
the right to freedom of thought, conscience and religion. This right shall include freedom to have or to
adopt a religion or belief of his choice, and freedom, either individually or in community with others
and in public or private, to manifest his religion or belief in worship, observance, practice and
teaching ») e l'interpretazione, vincolante per gli Stati Membri, che ne ha dato il Comitato dei
Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite nel «General Comment, No. 22 » (n. 4) del 30 luglio 1993
(« the practice and teaching of religion or belief includes acts integral to the conduct by religious groups
of their basic affairs, such as the freedom to choose their religious leaders, priests and teachers, the
freedom to establish seminaries or religious schools and the freedom to prepare and distribute religious
texts or publications »).
A livello regionale poi si vedano, per esempio, i seguenti impegni, assunti nella Riunione di
Vienna dai Rappresentanti degli Stati partecipanti alla Conferenza sulla Sicurezza e la Coope-
razione in Europa (CSCE): «Al fine di assicurare la libertà dell'individuo di professare e praticare
una religione o una convinzione, gli Stati partecipanti, fra l'altro, (...) rispetteranno il diritto di tali
comunità religiose di (...) organizzarsi secondo la propria struttura gerarchica e istituzionale, (...)
scegliere, nominare e sostituire il proprio personale conformemente alle rispettive esigenze e alle
proprie norme nonché a qualsiasi intesa liberamente accettata fra esse e il proprio Stato, (...) »
(Documento Conclusivo del 1989, Principio n. 16 della sezione «Questioni relative alla sicurezza
in Europa »).
Cfr anche Conc. Ecum. Vat. II, Dich. Dignitatis humanae sulla libertà religiosa, n. 4. 44 Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Christus Dominus sull'ufficio pastorale dei Vescovi nella
Chiesa, n. 20.