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relazionale dovuta alla carenza di solide relazioni familiari e comunitarie.
Assistiamo con preoccupazione alla crescita di diversi tipi di disagio, di
emarginazione, di solitudine e di varie forme di dipendenza patologica.
Una simile povertà può essere superata solo attraverso la riscoperta e la
valorizzazione di rapporti fraterni in seno alle famiglie e alle comunità,
attraverso la condivisione delle gioie e dei dolori, delle difficoltà e dei
successi che accompagnano la vita delle persone.
Inoltre, se da un lato si riscontra una riduzione della povertà assoluta,
dall'altro lato non possiamo non riconoscere una grave crescita della po-
vertà relativa, cioè di diseguaglianze tra persone e gruppi che convivono
in una determinata regione o in un determinato contesto storico-culturale.
In tal senso, servono anche politiche efficaci che promuovano il principio
della fraternità, assicurando alle persone - eguali nella loro dignità e nei
loro diritti fondamentali - di accedere ai « capitali », ai servizi, alle risorse
educative, sanitarie, tecnologiche affinché ciascuno abbia l'opportunità di
esprimere e di realizzare il suo progetto di vita, e possa svilupparsi in
pienezza come persona.
Si ravvisa anche la necessità di politiche che servano ad attenuare una
eccessiva sperequazione del reddito. Non dobbiamo dimenticare l'insegna-
mento della Chiesa sulla cosiddetta ipoteca sociale, in base alla quale se è
lecito, come dice san Tommaso d'Aquino, anzi necessario « che l'uomo abbia
la proprietà dei beni »,23 quanto all'uso, li « possiede non solo come propri,
ma anche come comuni, nel senso che possono giovare non unicamente a
lui ma anche agli altri ».24
Infine, vi è un ulteriore modo di promuovere la fraternità - e così scon-
figgere la povertà - che dev'essere alla base di tutti gli altri. È il distacco
di chi sceglie di vivere stili di vita sobri ed essenziali, di chi, condividendo
le proprie ricchezze, riesce così a sperimentare la comunione fraterna con
gli altri. Ciò è fondamentale per seguire Gesù Cristo ed essere veramente
cristiani. È il caso non solo delle persone consacrate che professano voto
di povertà, ma anche di tante famiglie e tanti cittadini responsabili, che
23 Summa Theologiae II-II, q. 66, art. 2. 24 ConC. eCum. VAt. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 69.
Cfr leone XIII, Lett. enc. Rerum novarum (15 maggio 1891), 19: ASS 23 (1890-1891), 651; GIoVAnnI PAolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987), 42: AAS 80 (1988), 573-574; PontIFICIo ConsIGlIo dellA GIustIzIA e dellA PACe, Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, n. 178.