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With these considerations, dear friends, I once more express my confi-
dence that this Plenary Session will contribute to a more profound discern-
ment of the serious social and economic challenges facing our world, and help
point the way forward to meet those challenges in a spirit of wisdom, justice
and authentic humanity. I assure you once more of my prayers for your
important work, and upon you and your loved ones I cordially invoke God's
blessings of joy and peace.
VII
Augustae Taurinorum in veneratione sacrae Sindonis apud templum archidioece-
sanum.*
Cari amici,
questo è per me un momento molto atteso. In diverse altre occasioni mi
sono trovato davanti alla sacra Sindone, ma questa volta vivo questo pelle-
grinaggio e questa sosta con particolare intensità: forse perché il passare degli
anni mi rende ancora più sensibile al messaggio di questa straordinaria Icona;
forse, e direi soprattutto, perché sono qui come Successore di Pietro, e porto
nel mio cuore tutta la Chiesa, anzi, tutta l'umanità. Ringrazio Dio per il dono
di questo pellegrinaggio, e anche per l'opportunità di condividere con voi una
breve meditazione, che mi è stata suggerita dal sottotitolo di questa solenne
Ostensione: « Il mistero del Sabato Santo ».
Si può dire che la Sindone sia l'Icona di questo mistero, l'Icona del Sabato
Santo. Infatti essa è un telo sepolcrale, che ha avvolto la salma di un uomo
crocifisso in tutto corrispondente a quanto i Vangeli ci dicono di Gesù, il
quale, crocifisso verso mezzogiorno, spirò verso le tre del pomeriggio. Venuta
la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato solenne di Pasqua,
Giuseppe d'Arimatea, un ricco e autorevole membro del Sinedrio, chiese
coraggiosamente a Ponzio Pilato di poter seppellire Gesù nel suo sepolcro
nuovo, che si era fatto scavare nella roccia a poca distanza dal Golgota.
Ottenuto il permesso, comprò un lenzuolo e, deposto il corpo di Gesù dalla
croce, lo avvolse con quel lenzuolo e lo mise in quella tomba.1 Cosı̀ riferisce il
* Die 2 Maii 2010. 1 Cfr. Mc 15, 42-46.