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grazia secondo la misura del dono di Cristo, per l'utilità comune.31 Cristo
è venuto nel mondo per portarci la grazia divina, cioè la possibilità di
partecipare alla sua vita. Ciò comporta tessere una relazionalità fraterna,
improntata alla reciprocità, al perdono, al dono totale di sé, secondo l'am-
piezza e la profondità dell'amore di Dio, offerto all'umanità da Colui che,
crocifisso e risorto, attira tutti a sé: « Vi dò un comandamento nuovo: che
vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi
gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete
amore gli uni per gli altri ».32 È questa la buona novella che richiede ad
ognuno un passo in più, un esercizio perenne di empatia, di ascolto della
sofferenza e della speranza dell'altro, anche del più lontano da me, incam-
minandosi sulla strada esigente di quell'amore che sa donarsi e spendersi
con gratuità per il bene di ogni fratello e sorella.
Cristo abbraccia tutto l'uomo e vuole che nessuno si perda. « Dio non ha
mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo
sia salvato per mezzo di lui ».33 Lo fa senza opprimere, senza costringere
nessuno ad aprirgli le porte del suo cuore e della sua mente. « Chi fra voi è
il più grande diventi come il più piccolo e chi governa diventi come quello
che serve » - dice Gesù Cristo - « io sono in mezzo a voi come uno che ser-
ve ».34 Ogni attività deve essere, allora, contrassegnata da un atteggiamento
di servizio alle persone, specialmente quelle più lontane e sconosciute. Il
servizio è l'anima di quella fraternità che edifica la pace.
Maria, la Madre di Gesù, ci aiuti a comprendere e a vivere tutti i giorni
la fraternità che sgorga dal cuore del suo Figlio, per portare pace ad ogni
uomo su questa nostra amata terra.
Dal Vaticano, 8 dicembre 2013
FRANCISCUS PP.
31 Cfr Ef 4, 7.25; 1 Cor 12, 7. 32 Gv 13, 34-35. 33 Gv 3, 17. 34 Lc 22, 26-27.