Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale400
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale402
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale408
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale416
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale418
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale420
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale422
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale424
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale430
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 434
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale438
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale440
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale442
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale444
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Congregatio de Causis Sanctorum 447
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale448
Congregatio de Causis Sanctorum 449
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale450
Congregatio de Causis Sanctorum 451
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale452
Congregatio de Causis Sanctorum 453
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale454
Congregatio de Causis Sanctorum 455
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale456
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale458
Acta Benedicti Pp. XVI 417
Perché? Il buio veramente minaccioso per l'uomo è il fatto che egli, in
verità, è capace di vedere ed indagare le cose tangibili, materiali, ma non vede
dove vada il mondo e da dove venga. Dove vada la stessa nostra vita. Che
cosa sia il bene e che cosa sia il male. Il buio su Dio e il buio sui valori sono la
vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale. Se Dio e i
valori, la differenza tra il bene e il male restano nel buio, allora tutte le altre
illuminazioni, che ci danno un potere cosı̀ incredibile, non sono solo progressi,
ma al contempo sono anche minacce che mettono in pericolo noi e il mondo.
Oggi possiamo illuminare le nostre città in modo cosı̀ abbagliante che le stelle
del cielo non sono più visibili. Non è questa forse un'immagine della proble-
matica del nostro essere illuminati? Nelle cose materiali sappiamo e possiamo
incredibilmente tanto, ma ciò che va al di là di questo, Dio e il bene, non lo
riusciamo più ad individuare. Per questo è la fede, che ci mostra la luce di
Dio, la vera illuminazione, essa è un'irruzione della luce di Dio nel nostro
mondo, un'apertura dei nostri occhi per la vera luce.
Cari amici, vorrei aggiungere, infine, ancora un pensiero sulla luce e sul-
l'illuminazione. Nella Veglia pasquale, la notte della nuova creazione, la
Chiesa presenta il mistero della luce con un simbolo del tutto particolare e
molto umile: con il cero pasquale. Questa è una luce che vive in virtù del
sacrificio. La candela illumina consumando se stessa. Dà luce dando se stessa.
Cosı̀ rappresenta in modo meraviglioso il mistero pasquale di Cristo che dona
se stesso e cosı̀ dona la grande luce. Come seconda cosa possiamo riflettere sul
fatto che la luce della candela è fuoco. Il fuoco è forza che plasma il mondo,
potere che trasforma. E il fuoco dona calore. Anche qui si rende nuovamente
visibile il mistero di Cristo. Cristo, la luce, è fuoco, è fiamma che brucia il
male trasformando cosı̀ il mondo e noi stessi. « Chi è vicino a me è vicino al
fuoco », suona una parola di Gesù trasmessa a noi da Origene. E questo fuoco
è al tempo stesso calore, non una luce fredda, ma una luce in cui ci vengono
incontro il calore e la bontà di Dio.
Il grande inno dell'Exsultet, che il diacono canta all'inizio della liturgia
pasquale, ci fa notare in modo molto sommesso un altro aspetto ancora.
Richiama alla memoria che questo prodotto, il cero, è dovuto in primo luogo
al lavoro delle api. Cosı̀ entra in gioco l'intera creazione. Nel cero, la creazione
diventa portatrice di luce. Ma, secondo il pensiero dei Padri, c'è anche un
implicito accenno alla Chiesa. La cooperazione della comunità viva dei fedeli
nella Chiesa è quasi come l'operare delle api. Costruisce la comunità della
luce. Possiamo cosı̀ vedere nel cero anche un richiamo a noi stessi e alla nostra