ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 431

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 434

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 turco:

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 Acta Benedicti Pp. XVI 441

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale442

 Acta Benedicti Pp. XVI 443

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale444

 Acta Benedicti Pp. XVI 445

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale446

 Congregatio de Causis Sanctorum 447

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale448

 Congregatio de Causis Sanctorum 449

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale450

 Congregatio de Causis Sanctorum 451

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale452

 Congregatio de Causis Sanctorum 453

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale454

 Congregatio de Causis Sanctorum 455

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale456

 Diarium Romanae Curiae 457

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale458

 Diarium Romanae Curiae 459

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale460

 Diarium Romanae Curiae 461

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale462

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale430

NUNTII

I

Urbi et Orbi die Sollemnitatis Paschalis.

Cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero!

«Surrexit Christus, spes mea » - « Cristo, mia speranza, è risorto » (Sequen-

za pasquale).

Giunga a tutti voi la voce esultante della Chiesa, con le parole che l'antico

inno pone sulle labbra di Maria Maddalena, la prima ad incontrare Gesù

risorto il mattino di Pasqua. Ella corse dagli altri discepoli e, col cuore in

gola, annunciò loro: « Ho visto il Signore! ».1 Anche noi, che abbiamo attra-

versato il deserto della Quaresima e i giorni dolorosi della Passione, oggi

diamo spazio al grido di vittoria: « È risorto! È veramente risorto! ».

Ogni cristiano rivive l'esperienza di Maria di Magdala. È un incontro che

cambia la vita: l'incontro con un Uomo unico, che ci fa sperimentare tutta la

bontà e la verità di Dio, che ci libera dal male non in modo superficiale,

momentaneo, ma ce ne libera radicalmente, ci guarisce del tutto e ci restitui-

sce la nostra dignità. Ecco perché la Maddalena chiama Gesù « mia speranza »:

perché è stato Lui a farla rinascere, a donarle un futuro nuovo, un'esistenza

buona, libera dal male. « Cristo mia speranza » significa che ogni mio desiderio

di bene trova in Lui una possibilità reale: con Lui posso sperare che la mia

vita sia buona e sia piena, eterna, perché è Dio stesso che si è fatto vicino fino

ad entrare nella nostra umanità.

Ma Maria di Magdala, come gli altri discepoli, ha dovuto vedere Gesù

rifiutato dai capi del popolo, catturato, flagellato, condannato a morte e

crocifisso. Dev'essere stato insopportabile vedere la Bontà in persona sotto-

posta alla cattiveria umana, la Verità derisa dalla menzogna, la Misericordia

ingiuriata dalla vendetta. Con la morte di Gesù, sembrava fallire la speranza

di quanti confidavano in Lui. Ma quella fede non venne mai meno del tutto:

soprattutto nel cuore della Vergine Maria, la madre di Gesù, la fiammella è

rimasta accesa in modo vivo anche nel buio della notte. La speranza, in

questo mondo, non può non fare i conti con la durezza del male. Non è

1 Gv 20, 18.