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III
In celebratione Eucharistica IV Dominicae Paschae in qua sacerdotales ordina-
tiones habentur.*
Venerati Fratelli,
cari Ordinandi,
cari fratelli e sorelle!
La tradizione romana di celebrare le Ordinazioni sacerdotali in questa IV
Domenica di Pasqua, la domenica « del Buon Pastore », contiene una grande
ricchezza di significato, legata alla convergenza tra la Parola di Dio, il Rito
liturgico e il Tempo pasquale in cui si colloca. In particolare, la figura del
pastore, cosı̀ rilevante nella Sacra Scrittura e naturalmente molto importante
per la definizione del sacerdote, acquista la sua piena verità e chiarezza sul
volto di Cristo, nella luce del Mistero della sua morte e risurrezione. Da
questa ricchezza anche voi, cari Ordinandi, potrete sempre attingere, ogni
giorno della vostra vita, e cosı̀ il vostro sacerdozio sarà continuamente rin-
novato.
Quest'anno il brano evangelico è quello centrale del capitolo 10 di Gio-
vanni e inizia proprio con l'affermazione di Gesù: « Io sono il buon pastore », a
cui subito segue la prima caratteristica fondamentale: « Il buon pastore dà la
propria vita per le pecore ».1 Ecco: qui noi siamo immediatamente condotti al
centro, al culmine della rivelazione di Dio come pastore del suo popolo;
questo centro e culmine è Gesù, precisamente Gesù che muore sulla croce e
risorge dal sepolcro il terzo giorno, risorge con tutta la sua umanità, e in
questo modo coinvolge noi, ogni uomo, nel suo passaggio dalla morte alla
vita. Questo avvenimento - la Pasqua di Cristo - in cui si realizza piena-
mente e definitivamente l'opera pastorale di Dio, è un avvenimento sacrifi-
cale: perciò il Buon Pastore e il Sommo Sacerdote coincidono nella persona di
Gesù che ha dato la vita per noi.
Ma osserviamo brevemente anche le prime due Letture e il Salmo respon-
soriale.2 Il brano degli Atti degli Apostoli 3 ci presenta la testimonianza di san
Pietro davanti ai capi del popolo e agli anziani di Gerusalemme, dopo la
* Die 29 Aprilis 2012. 1 Gv 10, 11. 2 Sal 118. 3 4, 8-12.