ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Congregatio de Causis Sanctorum 447

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale448

 Congregatio de Causis Sanctorum 449

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale450

 Congregatio de Causis Sanctorum 451

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale452

 Congregatio de Causis Sanctorum 453

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale454

 Congregatio de Causis Sanctorum 455

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale456

 Diarium Romanae Curiae 457

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 Diarium Romanae Curiae 459

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 Diarium Romanae Curiae 461

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Acta Benedicti Pp. XVI 423

prodigiosa guarigione dello storpio. Pietro afferma con grande franchezza che

« Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la

pietra d'angolo »; e aggiunge: « In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti,

sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo

salvati ».4 L'Apostolo interpreta poi alla luce del mistero pasquale di Cristo il

Salmo 118, in cui l'orante rende grazie a Dio che ha risposto al suo grido

d'aiuto e lo ha tratto in salvo. Dice questo Salmo: « La pietra scartata dai

costruttori / è divenuta la pietra d'angolo. / Questo è stato fatto dal Signore: /

una meraviglia ai nostri occhi ».5 Gesù ha vissuto proprio questa esperienza: di

essere scartato dai capi del suo popolo e riabilitato da Dio, posto a fonda-

mento di un nuovo tempio, di un nuovo popolo che darà lode al Signore con

frutti di giustizia.6 Dunque, la prima Lettura e il Salmo responsoriale, che è lo

stesso Salmo 118, richiamano fortemente il contesto pasquale, e con questa

immagine della pietra scartata e ristabilita attirano il nostro sguardo su Gesù

morto e risorto.

La seconda Lettura, tratta dalla Prima Lettera di Giovanni,7 ci parla

invece del frutto della Pasqua di Cristo: il nostro essere diventati figli di

Dio. Nelle parole di Giovanni si sente ancora tutto lo stupore per questo

dono: non soltanto siamo chiamati figli di Dio, ma « lo siamo realmente ».8

In effetti, la condizione filiale dell'uomo è il frutto dell'opera salvifica di

Gesù: con la sua incarnazione, con la sua morte e risurrezione e con il dono

dello Spirito Santo Egli ha inserito l'uomo dentro una relazione nuova con

Dio, la sua stessa relazione con il Padre. Per questo Gesù risorto dice: « Salgo

al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro ».9 È una relazione già

pienamente reale, ma che non è ancora pienamente manifestata: lo sarà alla

fine, quando - se Dio vorrà - potremo vedere il suo volto senza veli.10

Cari Ordinandi, è là che ci vuole condurre il Buon Pastore! È là che il

sacerdote è chiamato a condurre i fedeli a lui affidati: alla vita vera, la vita

« in abbondanza ».11 Torniamo dunque al Vangelo, e alla parabola del pastore.

« Il buon pastore dà la propria vita per le pecore ».12 Gesù insiste su questa

4 vv. 11-12. 5 Sal 118, 22-23. 6 Cfr Mt 21, 42-43. 7 3, 1-2. 8 v. 1. 9 Gv 20, 17.

10 Cfr v. 2. 11 Gv 10, 10. 12 Gv 10, 11.